Sei egiziani, ritenuti i componenti l’equipaggio di un barcone di migranti, sono stati fermati all‘hotspot di Lampedusa dalla squadra mobile di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal sostituto Elenia Manno, numerosi sbarchi sull’isola. Ai sei è contestato anche l’omicidio di un migrante che, assieme ad altre persone a bordo del natante, sarebbe stato minacciato e picchiato per costringerlo a restare sottocoperta, vicino la zona dei motori, fino a morire.

Le indagini della procura agrigentina

I sei egiziani, d’età compresa tra i 32 e i 40 anni, sono accusati dalla Procura di Agrigento di avere, “in concorso morale e materiale tra loro, trasportato dalle coste libiche verso le acque territoriali italiane 70 extracomunitari, a bordo di un barcone di circa 10 metri, esponendoli a grave pericolo di vita”. Lo sbarco di bengalesi è avvenuto lo scorso 22 gennaio. L’indagine, svolta dalla squadra mobile della Questura di Agrigento, coordinata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi e dal suo vice Geneviève Di Natale, ha permesso d’identificare i componenti dell’equipaggio, ricostruendo il ruolo svolto da ciascuno di loro.

I fermi grazie alle testimonianze dei migranti

I poliziotti della Squadra Mobile sono riusciti, ancora una volta, a superare le difficoltà legate al terrore dei migranti degli ‘scafisti’, che erano con loro sul barcone giunto a Lampedusa il 22 gennaio. Nonostante lo stato psico-fisico, dovuto anche al difficile viaggio in mare, i 70 bengalesi hanno parlato e fornito dettagli che hanno permesso agli investigatori d’identificare chi ha traghettato quel gruppo di migranti dalla Libia verso Lampedusa.

Un migrante lasciato morire

Oltre al ruolo del capitano del barcone di 10 metri, è stato definito anche il ruolo di chi si è occupato di rifornire i motori di carburante e di chi era demandato al mantenimento dell’ordine a bordo della “carretta”, anche ricorrendo a minacce e percosse. Così come è stato nel caso del migrante che voleva salire in coperta e che invece è stato lasciato morire sottocoperta.