Evacuazione medica d’urgenza, durante la notte, dalla nave ong Sea Eye 4 che si trova nelle acque antistanti a Lampedusa. Una nigeriana, al sesto mese di gravidanza, in condizioni critiche è stata trasbordata sulla motovedetta Cp306 della guardia costiera e sbarcata a molo Favarolo da dove, con l’ambulanza, è stata trasferita al Poliambulatorio.

Chiesto più volte soccorso marittimo

La Sea Eye 4 ha diffuso una nota nella quale sottolinea di avere chiesto più volte al Soccorso Marittimo Italiano l’evacuazione sanitaria urgente della donna. Ma l’Italia avrebbe risposto di fare riferimento al Centro libico di controllo delle emergenze marittime e al servizio di telemedicina italiano, che è giunto alla conclusione che fosse necessaria il trasferimento urgente. Oltre alla donna incinta che lottava per la propria vita altre due persone sono cadute in acqua durante l’operazione di salvataggio rischiando di annegare. Le autorità italiane hanno dato istruzioni alla Sea Eye 4 di procedere verso il porto di Vibo Valentia dopo l’evacuazione medica a Lampedusa per sbarcare le restanti persone soccorse.

In 181 nell’hotspot di Lampedusa

Intanto sono 181, e non ci sono minori non accompagnati, i migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa da dove ieri sono stati trasferiti, con il traghetto per Porto Empedocle, 200 ospiti. A disporre lo spostamento del gruppo di migranti è stata la Prefettura di Agrigento.

Continuano gli sbarchi, arrivati in 95

Continuano gli sbarchi nell’isola dell’Agrigentino. Sono 95 i migranti soccorsi dalla motovedetta G118 della guardia di finanza mentre viaggiavano su due barchini. Sul primo erano in 53,  tra cui 10 donne, siriani, eritrei e sudanesi partiti da Zouara, in Libia. Sul secondo c’erano invece 42 etiopi, eritrei, siriani e sudanesi partiti da Al Amra in Tunisia.

Oggi la mobilitazione

Rimanendo nel delicato tema attorno ai migranti oggi mobilitazione a Pozzallo per chiedere la chiusura dei centri di accoglienza per migranti in Sicilia. Partenza prevista alle 10,30 dalla zona industriale, in via dello Sviluppo, proprio dove ha sede l’attuale Cpr della cittadina del Ragusano. La manifestazione di carattere regionale è promossa dalla Cgil e da molte altre associazioni per chiedere la chiusura dei centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) dei migranti. Secondo Federconsumatori, infatti, il rispetto delle regole da parte di tutti è alla base di una società e di un’economia sane. Da questo punto di vista i Cpr rappresenterebbero, a detta degli aderenti alla manifestazione, “una palese violazione dell’articolo 13 della Costituzione Italiana”. Tale articolo, infatti, prevede che “non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.

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