Non ce l’ha fatta il figlio che aveva in grembo la migrante soccorsa a Lampedusa. Dopo essere stata trasportata in gravi condizioni all’ospedale Civico di Palermo in elisoccorso, la donna di 30 anni ha perso il figlio. La donna era al sesto mese di gravidanza. Subito dopo il salvataggio, viste le gravi condizioni, la giovane è stata portata al Poliambulatorio dove i medici non hanno potuto far altro che accertare l’aborto. La giovane nigeriana non è stata ancora nemmeno identificata.
Condizioni complicate
La giovane aveva ustioni nel corso e una crisi respiratoria per avere inalato acqua e benzina. Purtroppo il piccolo è morto. A trasportare la donna il medico rianimatore Massimo Donzelli e l’infermiere Gaetano Di Fresco con il coordinamento della sala operativa del 118 diretta da Fabio Genco.
Le operazioni di stanotte
Ci fu un’evacuazione medica d’urgenza, durante la notte, dalla nave ong Sea Eye 4 che si trovava nelle acque antistanti a Lampedusa. La nigeriana era stata infatti trovata in condizioni critiche e per questo venne trasbordata sulla motovedetta Cp306 della guardia costiera e sbarcata a molo Favarolo da dove, con l’ambulanza, è stata trasferita al Poliambulatorio.
Chiesto più volte soccorso marittimo
La Sea Eye 4 ha diffuso una nota nella quale sottolinea di avere chiesto più volte al Soccorso Marittimo Italiano l’evacuazione sanitaria urgente della donna. Ma l’Italia avrebbe risposto di fare riferimento al Centro libico di controllo delle emergenze marittime e al servizio di telemedicina italiano, che è giunto alla conclusione che fosse necessaria il trasferimento urgente. Oltre alla donna incinta che lottava per la propria vita altre due persone sono cadute in acqua durante l’operazione di salvataggio rischiando di annegare. Le autorità italiane hanno dato istruzioni alla Sea Eye 4 di procedere verso il porto di Vibo Valentia dopo l’evacuazione medica a Lampedusa per sbarcare le restanti persone soccorse.
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