Maxi sbarco di migranti a Lampedusa dove, durante la notte, è approdato un peschereccio di 25 metri con 347 persone a bordo, tra cui due donne. A soccorrere la carretta, salpata da Zouara in Libia, sono state due motovedette della Capitaneria di porto e una della Guardia di finanza. A bordo del peschereccio bengalesi, egiziani, pakistani e siriani. Tutti hanno riferito d’aver pagato da 4 mila a 8 mila euro per la traversata.

Ieri lo svuotamento del centro

Caso vuole che proprio ieri sera fosse stato completato la svuotamento del centro di prima accoglienza di Lampedusa. Sono stati, però, 210, e non 150 come preventivato in mattinata, i migranti che sono stati trasferiti dall’hotspot di Lampedusa. Su disposizione della prefettura di Agrigento, quasi tutti gli ospiti sono stati imbarcati sul traghetto di linea che sta viaggiando verso Porto Empedocle. Nella struttura di primissima accoglienza di contrada Imbriacola erano rimaste appena 9 persone.

Il sequestro di una imbarcazione

Sempre nella giornata di ieri un’imbarcazione in metallo di circa 6 metri e senza alcuna sigla identificativa è stata ritrovata e sequestrata dai carabinieri ad Eraclea Minoa-Capo Bianco, zona balneare di Cattolica Eraclea (Agrigento). Una delle ipotesi privilegiate, non essendo stati rintracciati migranti né a Cattolica Eraclea, né nelle immediate vicinanze, è che il barchino possa essere stato lasciato andare alla deriva in un data imprecisata e che sia riuscito, spinto dal mare agitato, ad arrivare fino alla spiaggia.

Il caso Apostolico

Intanto i riaccendono i riflettori sul caso della giudice di Catania Iolanda Apostolico, finita sotto attacco per i provvedimenti con i quali ha sconfessato il dl Cutro, annullando il trattenimento nel Cpr di Pozzallo di alcuni richiedenti asilo, e per la sua partecipazione a una manifestazione nel 2018 per chiedere lo sbarco dei migranti bloccati sulla nave Diciotti per disposizione dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Presto, forse già oggi, il Csm si esprimerà sulla pratica a tutela della giudice chiesta dalla maggioranza dei consiglieri togati: 13 su 20, esclusi quelli di Magistratura Indipendente. Mentre l’Anm ha fissato al 25 novembre la data dell’assemblea generale, decisa in occasione del Comitato direttivo centrale di sabato scorso. Una chiamata a raccolta di tutti gli iscritti su un ordine del giorno più che esplicito: “gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”.

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