Mancato riconoscimento della qualifica professionale di docente di sostegno acquisita in Romania, il Tar del Lazio dà ragione ad un insegnante agrigentino e dispone una nuova verifica del titolo.

L’uomo, difeso dallo studio legale Limblici Palumbo di Favara, in provincia di Agrigento, ha presentato ricorso contro il ministero dell’Istruzione (Miur) e ha contestato come questo si sia limitato a constatare l’assenza dell’attestato di competenza professionale rilasciato dal Ministero romeno, senza richiedere all’interessato un’integrazione documentale, senza effettuare le necessarie comparazioni e senza alcuna valutazione in ordine alla possibilità di colmare le eventuali differenze con apposite misure compensative.

La sentenza del Tar del Lazio

La sezione quarta Bis del Tar del Lazio con sentenza depositata il 17 aprile scorso, in sintesi, ha evidenziato che la condotta dell’Amministrazione contrasta con la direttiva europea 2005/36/CE ma non solo. Come infatti più volte ribadito a livello nazionale dai giudici del Consiglio di Stato in adunanza plenaria, con riferimento al riconoscimento dei titoli di formazione conseguiti all’estero, deve essere effettuata da parte del Paese di destinazione una verifica in concreto delle competenze professionali acquisite e della loro idoneità all’accesso della professione regolamentata.

L’eventuale mancanza di documenti necessari, ha stabilito il giudice amministrativo, non può di per sé essere considerata causa ostativa al riconoscimento della qualifica, in quanto il Ministero è tenuto a verificare il concreto livello di competenza professionale acquisito dall’interessato nel Paese di origine.

Resta comunque salva la possibilità di disporre misure compensative, ossia attività ulteriori che l’Amministrazione può predisporre al fine di colmare eventuali differenze tra la formazione posseduta e quella richiesta sul territorio nazionale.

“Punteggio corretto, entri in servizio”, Tar accoglie ricorso contro l’Asp

Poche settimane fa i giudici del consiglio di giustizia amministrativa hanno accolto il ricorso di un palermitano di 47 anni che aveva partecipato al concorso per soli titoli dell’Asp di Palermo per l’affidamento di incarichi a tempo determinato di assistente amministrativo al poliambulatorio di Lampedusa e a quello di Ustica. Il candidato otteneva il punteggio di 10,27 che lo collocava in una posizione utile ai fini del concorso. Al momento di affidare l’incarico l’Asp decideva di rettificare il punteggio escludendolo dalla graduatoria. Il Cga ha accolto il ricorso del candidato assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia. I giudici amministrativi hanno accolto le tesi dei legali e riformulato la graduatoria. Alla luce della decisione il candidato potrà riottenere una posizione utile in graduatoria e la conseguente immissione in servizio.