Ancora un cadavere di una donna immigrata è stato ripescato al largo di Lampedusa da un peschereccio italiano che lo ha portato in porto. Nel naufragio di due giorni fa, ad oltre 30 miglia dalla costa dell’isola, non risultavano esserci dispersi. Giovedì, nelle acque antistanti Cala Uccello, era stato recuperato il cadavere di un uomo che era in acqua da almeno dieci giorni.
La nuova vittima è stata ripescata ad 8 miglia dalla costa di Lampedusa. Dalla rima ispezione cadaverica il medico legale ha rilevato che la salma è saponificata e manca di mani e piedi quindi era in mare da diverso tempo. Adesso si trova nella camera mortuaria insieme ai tre cadaveri recuperati due giorni fa dopo il naufragio di quelle ore
Una bimba fra le vittime del naufragio noto
Fra i tre cadaveri c’è quello di una bimba. Aveva un anno e mezzo, di nazionalità ivoriana, ed è annegata ad oltre 30 miglia dalla costa di Lampedusa. La barca di metallo di 7 metri, sulla quale viaggiava con la mamma, si è ribaltata ed è affondata. La madre, in stato di choc, si trova all’hotspot di contrada Imbriacola dove è stato portato anche il fratello dell’uomo che è morto a seguito del naufragio.
In 35 su quella barca
Su quella barca, partita da Sfax alle ore 5 di giovedì, erano complessivamente in 35 originari di Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Sierra Leone e Burkina Faso. Il barchino, uno dei tanti in difficoltà, era stato segnalato fuori dalle acque Sar italiane. E’ stata subito dirottata una motovedetta della capitaneria e in volo s’è levato l’elicottero della Guardia di finanza. Quando i soccorritori sono giunti all’altezza delle coordinate fornite, non c’era però nessuna “carretta”. Il barchino era già affondato e la bimba oramai morta.
I primi soccorsi di un peschereccio
C’erano però due pescherecci tunisini con a bordo dei migranti salvati, ma anche delle salme. Su un motopesca c’erano la bimba morta e l’uomo, anche lui senza vita, e con loro altre 4 persone in condizioni critiche. Fra loro anche un neonato che è stato tirato fuori dall’acqua prima che annegasse. Sull’altro peschereccio c’erano invece 28 superstiti e la salma di una donna. Il neonato e gli altri tre migranti, che stavano male, sono stati portati, in via precauzionale, al poliambulatorio di contrada Grecale.
Aperta una inchiesta
Questa è stata la prima tragedia del mare del 2023. La Procura di Agrigento, con l’aggiunto Salvatore Vella, ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I 30 migranti, salvati dalla capitaneria di porto a 38 miglia dalla costa, sono stati fatti sbarcare nel molo Favarolo. Tutti i superstisti, come sempre avviene in casi di questo genere, sono stati ascoltati per provare a ricostruire cosa sia accaduto durante il viaggio e come e perché il bimbo morto e l’adulto siano finiti in mare e annegati. Si cercherà anche di identificare gli scafisti.
Ora bisognerà capire la provenienza della nuova vittima recuperata nelle ultime ore
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