“Commuove la vicenda del bimbo che ha perso la mamma nel naufragio della scorsa notte a Lampedusa. Ringrazio vivamente i agenti di polizia della Questura di Agrigento in servizio all’hot spot dell’isola che hanno accudito e si sono presi cura per tutta la notte del piccolo orfano. Il loro gesto carico di profonda umanità, nonostante la criticità del momento che vede nell’isola un susseguirsi di sbarchi, è oltremodo lodevole. La Sicilia è anche questo”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

L’assistenza immediata della polizia

Si sono avvicendati, per tutta la notte e ancora adesso, tenendo in braccio il piccolo Ismaele, prima a molo Favarolo, poi fra i corridoi del Poliambulatorio. Il bambino che ha perso la mamma nell’ultimo naufragio di un barchino e che ha circa 6 mesi, è stato coccolato e riempito d’affetto dai poliziotti che sono in servizio all’hotspot di Lampedusa.

Agenti e funzionari che sono abituati a gestire, con attenzione e celerità, il fenomeno dell’immigrazione, durante la notte davanti a quegli occhioni pieni di lacrime si sono inteneriti e subito mobilitati. Il vicequestore aggiunto Francesco Sammartino, funzionario di turno della Questura di Agrigento all’hotspot di contrada Imbriacola, ha comprato latte, pannolini, un paio di giochini per neonati e una crema per le gengive.

Perché Ismaele, per tutta la notte, ha pianto ed era fortemente infastidito non perché vedesse attorno a se delle facce sconosciute ma perché sta mettendo i dentini ed ha forti dolori. A cercare di distrarlo, giocando con lui e manifestandogli tutto l’affetto di cui la polizia italiana è capace, ci hanno pensato gli uomini della Questura di Agrigento.

Si cercano i familiari del bimbo

Sono in corso indagini e verifiche, fra i 46 migranti tratti in salvo dopo il naufragio di ieri sera in area Sar, per capire se fra loro vi sia un familiare adulto del piccolo Ismaele. All’hotspot di Lampedusa potrebbe esserci il padre, ma non ci sono al momento certezze. A mobilitarsi, per cercare di ritrovare – se ci sono – i familiari del bimbo di circa 6 mesi che ha perso la mamma, sono i poliziotti in servizio all’hotspot di contrada Imbriacola.

E’ stata informata anche la Procura dei minorenni presso il tribunale di Palermo. I servizi sociali del Comune di Lampedusa sono stati contattati dalla referente di Save the Children che opera a Lampedusa e si occupa anche di minori non accompagnati. Eventualmente si procederà a collocare il bambino in una idonea struttura. Ma in queste ore, dopo che la storia di Ismaele sta facendo il giro dei notiziari, sono tante le disponibilità che stanno arrivando. E fra queste, quella immediata è stata di una donna, medico in servizio al pronto soccorso di Lampedusa, che s’è detta pronta a prenderlo in affido.

Il questore, “Impegnati ad assistere e difendere piccolo Ismail”

“È un misto di orgoglio e tristezza quella che proviamo, oggi, con i miei poliziotti. Orgoglio per essere sempre dove c’è bisogno e tristezza per i drammi cui assistiamo”. Lo ha detto il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, commentando la storia del piccolo Ismaele, subsahariano di 6 mesi, che ha perso la mamma ieri sera durante il naufragio del barchino sul quale viaggiavano con direzione Lampedusa. Proprio i poliziotti che sono in servizio all’hotspot di contrada Imbriacola, si sono mobilitati per aiutare il piccolo, comprando latte, giochini, pannolini e medicinali, quanto per provare a capire se fra i 46 naufraghi vi sia un familiare prossimo. “Ci resta la soddisfazione e la crescita interiore che ci danno il sorriso innocente e sincero di Ismail con cui ci impegniamo, come Paese, a offrire una vita di dignità e diritti – ha aggiunto il questore Ricifari – . Quella di un grande Paese con una Costituzione figlia della cultura di accoglienza”.

Il barchino affondato nella notte

Un barchino di 7 metri è affondato, la notte scorsa, in area Sar italiana. Quarantasei i migranti, compresi sette minorenni e 13 donne, salvati da militari della motovedetta Cp319 della Guardia costiera. Vi sarebbero però anche tre dispersi, tra cui la mamma di un neonato. Sono in corso le ricerche in mare aperto. I naufraghi, originari di Guinea, Costa d’Avorio, Camerun e Gambia, sono stati sbarcati poco prima di mezzanotte e mezza a molo Favarolo di Lampedusa. Hanno riferito di essere partiti da Sfax, in Tunisia, alle 21 di venerdì scorso e d’aver pagato 2mila dinari per la traversata.

barchino di metallo di 7 metri si è ribaltato perché i 49 migranti che vi erano a bordo si sono all’improvviso spostati tutti verso la motovedetta Cp319 della Guardia costiera che li stava soccorrendo. Movimenti azzardati che hanno fatto perdere la stabilità al barchino, uno dei tanti in metallo mal saldato che faticano a stare galla e che il procuratore di Agrigento Salvatore Vella ha già definito “bare galleggianti”, che è subito colato a picco.

Questa al momento, la ricostruzione del naufragio verificatosi ieri sera in acque Sar. Per i militari della Guardia costiera avrebbe dovuto essere un ordinario salvataggio. Agganciata l’imbarcazione, cercando di tranquillizzare tutti i migranti, sono stati subito trasbordati i bambini – e fra questi il piccolo Ismaele – . Poi si doveva procedere con tutti gli altri, ma in 39 sono caduti in acqua. Trentasei sono stati subito ripescati e tre, fra cui la mamma del piccolo Ismaele, sono scomparsi, annegando, fra le onde del canale di Sicilia. Su molo Favarolo, a mezzanotte e mezza, sono stati sbarcati 46 dei 49 che erano partiti da Sfax

 

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