Dopo una camera di consiglio durata oltre 8 ore, i giudici della Corte di appello di Palermo hanno emesso la sentenza per il processo derivante dall’operazione antimafia “Kerkent”, che ha disarticolato il clan di Agrigento.
La sentenza ha portato a 20 condanne, di cui tredici ridotte, e una sola assoluzione, confermando l’assoluzione decisa in primo grado per il commerciante di auto Salvatore Ganci.

Una assoluzione

Sono dunque 20 le condanne, 13 delle quali ridotte, e una sola assoluzione. I giudici della Corte di appello di Palermo, dopo una camera di consiglio durata oltre 8 ore hanno emesso la sentenza di appello del processo scaturito dalla maxi operazione antimafia “Kerkent” che ha disarticolato il clan messo in piedi dal boss Antonio Massimino tornato operativo, come sostenevano i procuratori, dopo due condanne definitive.

Le indagini e le ricostruzioni

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, il boss di Villaseta avrebbe riorganizzato il clan con estorsioni a tappeto e con una vasta attività di spaccio droga, in particolare di cocaina. I giudici hanno confermato l’unica assoluzione che era stata decisa in primo grado che era stata impugnata ovvero quella del commerciante di auto Salvatore Ganci, 48 anni, accusato di avere commissionato al capomafia una rappresaglia ai danni di un uomo vicino al clan che lo aveva truffato acquistando un’automobile del suo negozio con un assegno falso.

Ridotte condanne per 13 imputati

Massimino, secondo l’ipotesi che non ha retto al vaglio del processo, insieme a un affiliato, avrebbe sequestrato la moglie del truffatore, che poi ha collaborato con gli inquirenti, e l’avrebbe palpeggiata per dargli una lezione. I sostituti procuratori generali di Palermo Francesca Lo Verso e Giuseppina Motisi, avevano chiesto nei suoi confronti la condanna a 9 anni, 10 mesi e 15 giorni mentre per il boss Antonio Massimino era stato proposto un aumento di pena da 20 anni a 22. I giudici, invece, hanno confermato le assoluzioni e ridotto le condanna per tredici dei diciannove imputati riconosciuti colpevoli in primo grado.

La sentenza e i nomi

Marco Davide Clemente (9 anni e 2 mesi); Sergio Cusumano (8 anni e 4 mesi); Alessio Di Nolfo (11 anni e 4 mesi); Eugenio Gibilaro (7 anni e 4 mesi); Domenico La Vardera (3 anni e 8 mesi); Domenico Mandaradoni (4 anni); Gerlando Massimino (10 anni); Antonio Messina (9 anni e 4 mesi); Giuseppe Messina (12 anni, 10 mesi e 20 giorni); Andrea Puntorno (4 anni); Calogero Rizzo (4 anni); Giuseppe Tornabene (8 anni e 4 mesi); Francesco Vetrano (16 anni e 1 mese); James Burgio (8 anni); Salvatore Capraro (9 anni); Fabio Contino (8 anni).

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