“L’Esercito Italiano da più di 60 anni continua a violare un territorio che, sotto l’aspetto paesaggistico, storico, ambientale, ha una valenza incommensurabile”. Questa la denuncia degli ambientalisti di Mareamico che, dopo denunce ed esposti in procura, adesso organizza un sit-in di protesta. 

Tratto compromesso dalle esercitazioni

La zona di Punta bianca, con il suo paesaggio costiero aperto verso il mare Mediterraneo, è caratterizzata da numerose piccole spiagge strette, delimitate da scarpate di terrazzo e da balze. Questo è un luogo di eccezionale bellezza, ancora non alterato e poco compromesso da fenomeni di antropizzazione, che negli scorsi mesi è diventata Riserva naturale Orientata. “Purtroppo – dicono da Mareamico -, tutto questo territorio, è compromesso dalla presenza delle esercitazioni militari, che oltre a violare la storia e il paesaggio compromettono l’ambiente immettendo in atmosfera sostanze pericolose, come ad esempio i residui di polveri da sparo”.

Pericolo piombo in mare

La mobilitazione è in programma il 17 ottobre, giorno in cui accoreranno numerosi cittadini per una protesta all’entrata della riserva di Punta Bianca, per impedire l’inizio delle esercitazioni militari. Sarebbero queste esercitazioni a deturpare i paesaggio, secondo gli ambientalisti. “Durante le esercitazioni militari vengono rilasciati grandi quantità di piombo, sostanza velenosissima che, come tutti i metalli pesanti, è altamente tossica per l’ecosistema marino. La sua permanenza in acqua a elevata salinità lo degrada dissolvendolo nell’ambiente marino. Il piombo entra nella catena alimentare distribuendosi nei tessuti degli organismi della fauna ittica con destinazione terminale l’uomo, causando una serie di danni a organi e tessuti spesso irreversibili. I terrificanti boati atterriscono, oltre che le persone, anche gli animali selvatici presenti in queste aree. Anche le forti vibrazioni, provocate dalle esplosioni, hanno già causato numerosissime frane, con un considerevole arretramento della fragile falesia”.

Le recenti commissioni e le denunce

Giova ricordare che già nel 2017 la Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, dopo un sopralluogo presso il poligono di Drasy aveva suggerito la bonifica del luogo, dichiarando: “per noi è stato clamoroso – ha affermato Gian Piero Scanu, Presidente della commissione parlamentare – è incredibile che, nessuno si sia mai posto il problema di andare a raccogliere le migliaia e migliaia di proiettili fatti di piombo che nei decenni sono stati sparati da terra verso il mare“. Nel mese di ottobre del 2021 Mareamico ha presentato una denuncia riguardante il possibile e probabile inquinamento da metalli pesanti dell’area di Drasy. La Procura di Agrigento ha avviato le indagini e dopo gli accertamenti effettuati dai Carabinieri del nucleo forestale e ambientale, in collaborazione con l’ARPA regionale, è stato accertato il superamento dei livelli di sicurezza previsti per quel tipo di zona. £Dopo la necessaria e tempestiva comunicazione di questa pericolosa situazione d’inquinamento al Comando Militare, che gestisce l’area in questione, a far data dal 2 marzo 2022, l’Esercito ha disposto “la temporanea sospensione di utilizzo del poligono di Drasy, fino a data da destinarsi.” “Da quella data ci saremmo aspettati che, responsabilmente, l’Esercito provvedesse alla bonifica dei luoghi, al fine di eliminare il pericolo, documentato dalla Procura di Agrigento: ma nulla è stato fatto”.

Riprendono le esercitazioni

Ora, con una ordinanza ora l’Esercito italiano ha comunicato il nuovo programma di esercitazioni previste nel poligono di Drasy, a iniziare dal prossimo 17 ottobre e fino al 30 dicembre 2022.  “Tali esercitazioni – denunciano gli ambientalisti -, oltre che inquinare i luoghi, impediranno la pubblica fruizione della Riserva di Punta bianca. Lo scorso 11 ottobre Mareamico e Marevivo hanno presentato un ulteriore esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento, chiedendo nuove analisi del terreno utilizzato per le esercitazioni e del mare prospiciente – e nelle more di tale accertamento – hanno chiesto la sospensione delle esercitazioni militari programmate”.

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