• Cani e gatti randagi avvelenati in Calabria e Sicilia, numeri spaventosi
  • Sono oltre mille negli ultimi due mesi
  • l’Aidaa: “Serve un piano di sterilizzazioni e un aumento delle pene per i colpevoli

Oltre mille tra cani e gatti morti avvelenati negli ultimi 60 giorni questi sono i numeri della vergogna di Calabria e Sicilia.

Maglia nera le provincia di Catanzaro, Ragusa ed Agrigento

Maglia nera le provincie di Catanzaro con oltre 150 cani e gatti morti negli ultimi mesi, mentre nelle provincie di Ragusa ed Agrigento in Sicilia i numeri sono anche superiori.

I colpevoli rimangono impuniti

E purtroppo nemmeno uno dei responsabili di questi avvelenamenti di massa è stato definitivamente assicurato alla giustizia, gli ultimi casi riguardano avvelenamenti di massa a Gimigliano in provincia di Catanzaro dove però la sindaca pare che stia dando finalmente una scossa all’ambiente.

A Ribera cani uccisi dal veleno, indagano i carabinieri

In Sicilia invece le situazioni di avvelenamento si susseguono come quella di Ribera in provincia di Agrigento dove è dei giorni scorsi il ritrovamento di alcuni cani uccisi dal veleno sui quali stanno indagando i carabinieri del luogo.

Aidaa: “Numeri spaventosi”

“Non sono certamente solo Sicilia e Calabria le regioni dove è diffusa la pratica vergognosa di uccidere gli animali con il veleno- scrive in una nota AIDAA Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente- ma teniamo acceso il focus su queste due regioni perché i numeri degli ultimi mesi sono davvero spaventosi e torniamo a ribadire che solo una seria campagna di sterilizzazioni, ed un aumento delle pene potranno porre fine a questa ignobile situazione”.

La Sicilia avrà un garante per i diritti degli animali

Un Garante per i diritti degli animali, per far fronte a tutti i problemi legati al randagismo e ai maltrattamenti ai danni degli amici a quattro zampe: la figura potrà essere istituita con una specifica legge regionale.

Tavolo tecnico all’Ars, i partecipanti

La conferma è arrivata il 5 novembre nel corso di un tavolo tecnico di confronto che si è svolto all’Ars, in Sala Gialla, promosso dalla senatrice M5S Loredana Russo, vice presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. Presenti i rappresentanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Dia, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Municipale nonché veterinari e funzionari del Dasoe (Dipartimento regionale delle Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico). A collaborare all’iniziativa, Giovanni Giacobbe, consulente della Commissione parlamentare speciale sul fenomeno del randagismo in Sicilia, mentre ha preso parte all’incontro anche il vice presidente della commissione stessa, Salvatore Siragusa, deputato regionale M5S, che ha fornito il proprio contributo sui contenuti della legge in esame.

Presto una legge regionale

“Siamo sempre più vicini a una legge regionale istitutiva del Garante – ha spiegato il deputato Siragusa – e abbiamo ricevuto rassicurazioni, da parte del presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, per quanto riguarda la possibilità di reperire, nella prossima legge di bilancio, le necessarie risorse per la copertura finanziaria. Abbiamo individuato oggi i mezzi da utilizzare per fronteggiare l’emergenza randagismo e più in generale i maltrattamenti ai danni degli animali e riteniamo che quella del Garante sia una figura fondamentale e strategica per il coordinamento istituzionale di tutte le azioni collegate alla tematica. Emerge, ancora una volta, la necessità di fare sinergia e far collaborare tra loro tutti gli attori coinvolti e l’incontro è un ulteriore passo che va proprio in questa direzione”, ha concluso Siragusa.

La collaborazione tra diversi soggetti

“Mi ritengo soddisfatta dell’incontro odierno – questo il commento della senatrice Russo – perché i risultati si ottengono solo grazie alla interlocuzione tra le varie componenti preposte al contrasto dei fenomeni di maltrattamento: istituzioni, forze dell’ordine, Asp, associazioni animaliste e cittadini. La Sicilia ha bisogno di interventi urgenti e fattivi che solo grazie al nuovo strumento normativo in via di approvazione e a nuove risorse umane, oltre che economiche, si possono garantire”.

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