I carabinieri hanno arrestato un uomo a Ribera a conclusione di un’intensa giornata di serrate indagini. La Procura di Sciacca ha emesso il provvedimento a carico di un riberese di 38 anni, T.A., con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Il tutto viene fuori dalle indagini dei militari dell’Arma da cui è scaturito uno sconvolgente quadro di violenza. L’uomo, operaio con piccoli precedenti penali e problemi di alcol e droga, nel cuore della notte di sabato scorso preso da un raptus si è presentato a casa della moglie 32enne, da cui da circa un anno è separato di fatto, e l’ha selvaggiamente picchiata.

Infuriato ha sfasciato tutto

Il violento non ha guardato nulla: ha rotto la catena di uno dei due cancelli d’accesso alla villetta in cui la donna vive con i due figli di 8 e 11 anni, ha forzato il portone d’accesso e prima ha devastato la casa e poi ha picchiato senza pietà la donna, prendendola a pugni e a calci. Per il terrore la bambina non ha trattenuto la pipì, facendola nel letto. La donna, atterrita, con il volto tumefatto e il naso sanguinante per i colpi ricevuti, è riuscita a scappare di casa grazie all’intervento dei figli accorsi in suo aiuto, portandoli con sé. L’ex, pur rincorrendola in giardino, non è riuscito a fermarla perché mentre stava tentando di scavalcare il cancello rimasto chiuso si è ferito a una mano con la lancia acuminata del cancello stesso.

La corsa a piedi verso i carabinieri

A quel punto, mentre la donna ed i bimbi, ormai salvi, si recavano a piedi dai carabinieri di Ribera, l’uomo ha sfogato la sua rabbia sul veicolo della moglie, di cui poco prima aveva rubato le chiavi, danneggiandolo pesantemente. Subito dopo, per farsi medicare la ferita alla mano, T.A. con la propria auto aveva raggiunto l’ospedale di Ribera. E neanche qui si è placata la sua furia. Infatti, quando il personale medico non lo ha fatto entrare nel pronto soccorso, spiegandogli che è chiuso perché l’ospedale di Ribera è un centro Covid, non ha battuto ciglio: è salito a bordo della propria macchina e, dopo una breve rincorsa, ha sfondato con il veicolo il portone d’accesso al pronto soccorso. Poi, non ancora soddisfatto, è risalito in auto, si è diretto verso la vicina guardia medica, è sceso dal veicolo ed ha sfondato a pugni i vetri di due finestre. Infine si è diretto verso l’ospedale di Agrigento per farsi medicare.

Le testimonianze agghiaccianti

Nel frattempo la moglie, giunta dai carabinieri della tenenza di Ribera, è stata portata con l’ambulanza all’ospedale di Sciacca, dove è stata curata per le lesioni con prognosi di 10 giorni. I militari della tenenza di Ribera, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Sciacca, hanno avviato immediate indagini facendo dei rilievi tecnici a casa della vittima insieme con il personale specializzato della compagnia di Sciacca, sentendo la vittima, interrogando testimoni e parenti della coppia. Alla fine i militari hanno ricostruito l’intera vicenda, scoprendo sulla base delle varie testimonianze che non era la prima volta che l’uomo aggrediva la moglie e fotografando un quadro di violenze consumate nel silenzio della vittima.

La gravità dei fatti

Il pubblico ministero della Procura di Sciacca, valutata l’assoluta gravità dei fatti sulla base del materiale probatorio raccolto dai carabinieri, ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di T.A. per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e violazione di domicilio. Una volta rintracciato dai carabinieri, a tarda sera per lui si sono aperte le porte del carcere di Trapani. Dopo l’interrogatorio di garanzia, il Gip ha convalidato la misura restrittiva adottata dal pubblico ministero, confermando la custodia cautelare in carcere per T.A.

 

 

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