Prima la rissa, poi l’organizzazione della spedizione punitiva per fargliela pagare. La Procura di Agrigento, sulla base delle indagini dei carabinieri, è riuscita a fare luce su quella che si preannunciava come una vera e propria spedizione punitiva all’interno del centro di accoglienza per minori non accompagnati di Agrigento. In realtà la vendetta era stata organizzata e soltanto per un soffio questa vendetta non si è consumata. Infatti i destinatari sono riusciti a chiudersi all’interno di una stanza appena in tempo riuscendo ad evitare il pestaggio.

Le premesse della vendetta

Avevano pensato di fargliela pagare. E avevano messo in piedi un’autentica spedizione punitiva. Dopo la rissa del giorno precedente, e dopo che alcuni di loro erano stati denunciati, in tre si sono allontanati dalla comunità d’accoglienza di Agrigento per minori non accompagnati e sono andati a cercare dei connazionali più grandi. In questo modo avevano pensato di poter organizzare una vendetta di tutto punto, considerando anche i guai giudiziari a cui sono andati incontro oltre che alla violenza fisica.

Gente per “mettere a posto” le cose

La gente che era stata cercata, di fatto, era quella che avrebbe potuto dar loro man forte per mettere “a posto” gli altri ospiti della struttura. In pratica era stato organizzato un pestaggio di tutto punto. La vendetta non c’è però stata perché quegli altri immigrati minorenni sono riusciti a rinchiudersi in una stanza e ad impedire di essere massacrati. Tre tunisini minorenni, quelli che erano ospiti della struttura e che volevano farla pagare agli altri giovanissimi, e almeno altri tre connazionali rintracciati fuori dalla comunità, hanno distrutto sedie, tavoli, suppellettili e mobili vari della struttura.

Le accuse

Tre ospiti tunisini, autori anche del danneggiamento, sono stati bloccati e denunciati alla Procura presso il tribunale per i minorenni. Oltre che di rissa, adesso dovranno rispondere anche di danneggiamento aggravato.

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