Un imprenditore agricolo di 55 anni nell’agrigentino ha denunciato ai carabinieri il danneggiamento del suo fondo agricolo. Ha infatti trovato totalmente abbattuti una quarantina di alberi di ulivo. L’agricoltore, residente a Caltabellotta, ha sporto denuncia contro ignoti. Per l’esattezza il suo terreno si trova a Sciacca in contrada Nardore. Una mattina, come ogni giorni, si era recato nel suo fondo ed ha trovato la sgradita sorpresa del danneggiamento. Una sorta di avvertimento?

Metodo tipicamente mafioso

È risaputo, come testimoniano le cronache siciliane, che questo potrebbe essere un tipico metodo mafioso. Una sorta di avvertimento nei confronti dell’imprenditore a cui vengono fatte delle richieste non assecondate. Per quest’ultimo episodio i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nel terreno alla ricerca magari di qualche elemento che possa condurre a rintracciare gli autori di questo inquietante messaggio.

Nell’agrigentino simile episodio

Qualche settimana fa un altro episodio simile si era consumato sempre nelle campagne agrigentine. Ben 400 le piante di ulivo che furono abbattute in un terreno di Racalmuto, in contrada Fico Troiana. Anche in quel caso il proprietario dell’appezzamento ha presentato denuncia ai carabinieri.

Ma non esiste solo questo metodo

In Sicilia sono comunque numerosi i metodi utilizzati per intimidire gli imprenditori. Qualche giorno fa una bomba artigianale è stata fatta esplodere contro l’ingresso del bar Elite, in viale Santa Panagia, di fronte al tribunale di Siracusa. L’episodio si è verificato di notte e sono stati i residenti delle palazzine vicine a dare l’allarme, raccolto dai carabinieri del comando provinciale che hanno avviato le indagini. Nell’agosto scorso vi fu il danneggiamento di due autovetture di proprietà del primo cittadino di Limina, in provincia di Messina. Colleghi delle istituzioni han no bollato l’episodio come un il vile atto intimidatorio. Un altro amministratore era stato ‘preso di mira’ nel luglio scorso a Bagheria. In quel caso l’intimidazione era stata indirizzata all’assessore all’Igiene Urbana di Bagheria, Giuseppe Tripoli. Nell’auto dei genitori del componente della giunta era stato lasciato un materasso e nel parabrezza la scritta “sbirro”.

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