Il tribunale di Caltanissetta ha assolto con la formula perché il fatto non sussiste l’assistente capo di Polizia Giuseppe De Michele, attualmente in in servizio presso la questura di Cagliari, dall’accusa di aver calunniato l’ex consulente informatico e poliziotto, ora avvocato Gioacchino Genchi.
La vicenda trae origine nei giorni immediatamente precedenti e successivi la strage di Capaci del 23 maggio 1992 dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta. L’agente di polizia De Michele, all’epoca in servizio presso la polizia stradale di Cefalù, aveva redatto una relazione il 26 maggio 1992 nella quale riferiva di aver notato, passando presso l’autostrada A29 la sera prima dell’attentato, un furgone bianco fermo vicino lo svincolo per Capaci e degli apparenti operai della Sip.
Convocato negli uffici della squadra mobile di Palermo l’1 giugno del ’92 per essere sentito sulla relazione, modificò la versione, sostenendo di aver notato il furgone e la presenza degli operai, però non più sul tratto dell’autostrada A29 ma nell’abitato di Capaci. Sentito 20 anni dopo, nel dicembre del 2013, dalla Dda di Caltanissetta che gli chiedeva spiegazioni sul perché di tale radicale modifica, l’agente disse ai pm nisseni che era stato Gioacchino Genchi, all’epoca funzionario della Polizia di Stato, a convocarlo e a invitarlo a ritirare la relazione. A seguito di questa deposizione la Dda di Caltanissetta ha incriminato l’ispettore per il reato di calunnia. Nel corso del dibattimento, la Procura ha sostenuto la non veridicità dell’incontro tra Genchi e De Michele, mentre Genchi, costituitosi parte civile, oltre ad affermare che la sua conoscenza con De Michele fosse addirittura successiva alla strage di Capaci, ha sostenuto che la dichiarazione dell’agente rientrava in un’operazione più generale finalizzata a delegittimarlo.
La difesa di De Michele, rappresentata dagli avvocati Ermanno Zancla e Paolo Grillo, ha invece dimostrato come il racconto dell’agente di polizia fosse assolutamente verosimile. Il Pubblico ministero aveva chiesto la condanna di De Michele alla pena di 4 anni.
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