La Polizia di Stato ha eseguito una misura di sicurezza nei confronti di una persona considerata un  esponente di vertice della “Stidda”. L’uomo, ritenuto socialmente pericoloso, dovrà scontare 2 anni in una casa lavoro in seguito all’emissione di diverse sentenze di condanna riportate tra il 1994 e il 2006.

I poliziotti del Commissariato di pubblica sicurezza di Gela ieri hanno eseguito il provvedimento emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cuneo, in applicazione all’ordinanza dell’ufficio di sorveglianza dello stesso Tribunale, che ha disposto nei confronti di Paolo Di Maggio, gelese di 59 anni, la misura di sicurezza della casa lavoro per 2 anni.

L’uomo è ritenuto essere un elemento di spicco della mafia gelese tanto che l’ufficio di sorveglianza di Cuneo ha ritenuto attuale la sua pericolosità sociale, unificando diversi provvedimenti applicativi di misura di sicurezza, detentiva e non tra cui casa lavoro e libertà vigilata, disposti con sei distinte sentenze emesse nel tempo dalla Corte d’Appello e dal Tribunale di Caltanissetta e dal Tribunale di Gela.

Il provvedimento si basa su diverse condanne riportate da Di Maggio per reati, quali associazione di tipo mafioso, favoreggiamento personale aggravato, traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso commessi a Gela tra il 1994 e il 2006. L’uomo era stato scarcerato lo scorso 2 novembre e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno in Gela. Ieri i poliziotti del Commissariato lo hanno prelevato dalla propria abitazione e accompagnato presso la casa lavoro.

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