Mentre divampa il fuoco anche sulle candidature per la poltrona di Presidente della Regione in tanti assistono da semplici spettatori alle azioni dei potenti della politica, ammesso che tali siano ancora.

Particolarmente enigmatica la strategia del centrodestra che nel corso degli ultimi anni ha registrato defezioni e fughe dei suoi militanti, di qualsiasi estrazione.

Fra questi, Michele Giarratana, ingegnere, manager, ex uomo forte di AN in Sicilia, fortemente convinto del progetto del PdL, ma poi uscitone, sbattendone la porta ormai da sei anni. E con un suo movimento, Caltanissetta Protagonista, tre anni addietro era perfino riuscito ad arrivare al ballottaggio per la sindacatura della sua città, sconfitto da una coalizione di centrosinistra; e non solo.

Ingegnere, le brucia ancora quella sconfitta?

“Perdere non fa piacere a nessuno, ma insieme ai miei amici abbiamo messo in croce sinistra e destra insieme, con un progetto serio che resta ancora valido nella sua essenza. E’ stato doloroso piuttosto constatare di non avere al mio fianco il centrodestra per così dire ufficiale. Ma è acqua passata”.

Lei resta comunque un riferimento dell’area del centrodestra del nisseno.

“Il giorno dopo quelle elezioni ho fatto in modo con riunioni, convegni, incontri vari di ricompattare quello che era stato il Popolo delle Libertà perché ho sempre creduto al bipolarismo in quanto di fatto ormai esiste nella mente di tutti noi. I grillini esistono quando non c’è un progetto o non ci sono gli uomini seri che lo propongono. Altrimenti spariscono. Quello che dico e propongo giorno dopo giorno insieme al mio movimento evidentemente ha una logica ed è apprezzato”.

Perché a livello regionale, ma anche nazionale non si riesce a trovare la quadra?

“Se avessi la risposta sarei un drago. Ritengo comunque che si è perso di vista il nostro elettorato, quello che ha sempre creduto nella Patria, nella libera professione, nell’imprenditoria, nell’artigianato, nel commercio, scommettendo sulla propria pelle. Lo abbiamo perso e consegnato ai grillini o all’astensionismo per mancanza di uomini e di idee. In una parola è mancata la qualità; il sistema, non solo politico, in cui ci muoviamo, chiaramente privilegia chi il potere lo detiene e non lo molla non dando spazio a tanti giovani e meno giovani che non soltanto hanno un progetto in mente ma anche quella rabbia senza la quale non vai da nessuna parte”.

Chi è il suo candidato ideale per la Presidenza della Regione?

“Adesso come non mai il centrodestra ha la possibilità davvero di ricompattarsi. Se proprio mi devo esprimere voterei senza discussioni Nello Musumeci perché so della serietà e della rettitudine dell’uomo; purtroppo non vedo consensi di una volta attorno a lui, nemmeno da parte di tanti ex missini. E questo fa male. Se dovessi indicare un altro nome non esiterei nemmeno un attimo a dire Giovanni La Via. Mi sembra davvero di un’altra categoria rispetto a tanti nomi che sento in giro. Piuttosto non riesco a capire come ancora si traccheggi per decidere. E’questo che odio della politica ed è questo che detesto degli uomini che tirano le fila. Troppo tempo perso, troppa approssimazione, nessuna pianificazione, nessuno straccio di programma condiviso. Ma quando se ne parlerà?”

Dei due nomi che lei ha fatto uno troppo a destra, uno troppo di centro.

“Sia Nello che Giovanni sono e devono essere uomini dell’intera coalizione. Se qualche cretino continua a ancora a tirarli dalla giacca rivendicandone la provenienza allora non ha capito nulla e personalmente li prenderei a calci nel didietro. Sono loro la rovina del centrodestra, sempre a difesa del loro potere personale e della loro visibilità a discapito di una coalizione che in fondo rispecchia oltre la metà dei siciliani”.