Una casa, e una cucina, regolarmente pagate e confiscate ai legittimi proprietari.

E’ quello che è accaduto alla famiglia Passare, della provincia di Caltanissetta, che ha deciso di denunciare la vicenda a “Le Iene”, che ha mandato in onda ieri sera, durante la trasmissione, il servizio dell’inviato Giuseppe Pecoraro intitolato “La casa della legalità”. Affisso davanti al cantiere c’era, infatti, il rassicurante cartellone con su scritto “Qui si costruisce la legalità”.

La famiglia, con molti sacrifici, aveva acquistato nel 2009 una casa per il figlio, riuscendo a coprire quasi tutta la somma da versare (come mostrato tramite ricevute di pagamenti all’inviato), senza però riuscire mai ad entrarci. La fiducia nei confronti dell’azienda da parte dei Passere derivava dal fatto che l’immobile era gestito dallo Stato. Il motivo? L’immobile era un bene mafioso, sequestrato a Pietro Di Vincenzo, titolare dell’azienda ‘San Francesco Edilizia S.r.l. di Vincenzo S.p.a.’. La casa tuttavia è stata successivamente confiscata dall’ ‘Agenzia dei beni confiscati alla mafia’ all’imprenditore.

Ma oltre il danno la beffa: a rendere la situazione paradossale concorre la scoperta che la casa è attualmente abitata. Emerge che proprio un funzionario della Dia, vive nell’appartamento della famiglia Passere, che è rimasta con un pugno di mosche nelle mani.

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