“Il mio assistito, all’arrivo della polizia nella sua abitazione, non si è disfatto di alcuna prova di reato. Temendo che non si trattasse di agenti ma di malviventi, ha tardato ad aprire e ha cercato di mettersi al sicuro. Il contenuto delle pen drive danneggiate, ritrovate dai poliziotti nello zaino dell’indagato, era stato trasferito in altre chiavette perfettamente funzionanti, già in possesso degli inquirenti”.
Lo ha detto all’ANSA l’avvocato Giuseppe Panepinto, uno dei due legali di Antonello Montante, che ieri ha partecipato alle sette ore di interrogatorio dell’ex presidente di Sicindustria, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Double Face” per associazione a delinquere semplice finalizzata alla corruzione.
Da chiarire ancora il presunto ruolo di favoreggiamento che avrebbero svolto due collaboratrici di Montante, Carmela Giardina e Rosetta Cangelosi, indagate dalla squadra mobile.
Montante ha respinto le accuse che gli vengono rivolte di avere costruito dossier contro i suoi avversari, creando una rete di spionaggio e corruttela.
“Abbiamo iniziato e continueremo a ribattere punto per punto ad ogni accusa – ha aggiunto l’avvocato Panepinto – ma è ancora presto, prematuro delineare un quadro chiaro della vicenda. Basti pensare che il mio assistito non ha ancora letto le 2.500 pagine dell’ordine di custodia cautelare perchè ha dimenticato il documento a Milano, dove è stato fermato dagli agenti”.
Il legale ha detto che Montante è “sorpreso, scosso e molto dispiaciuto”, ribadendo la sua totale fiducia nella giustizia.
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