E’ prevista per domani l’udienza del processo in corso davanti alla corte d’assise d’appello di Caltanissetta, che vede Matteo Messina Denaro imputato per le stragi di Capaci e Via D’Amelio costate la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e agli agenti di scorta.

Lorenza Guttadauro non difenderà il boss in questo procedimento

Lorenza Guttadauro, nipote del capomafia, da lui nominata legale di fiducia, non difenderà il padrino in questo procedimento. Ha infatti rinunciato al mandato perché, secondo quanto si apprende, non avrebbe avuto il tempo di preparare l’arringa difensiva prevista proprio per domani.

La penalista aveva chiesto altro tempo

Alla scorsa udienza del 18 gennaio, fissata due giorni dopo l’arresto del boss, la penalista, chiese alla corte un termine a difesa proprio per studiare gli atti del processo fino ad allora seguito da legali di ufficio.

Processo molto complesso

Ma gli impegni dettati dalle visite allo zio detenuto a L’Aquila e dalla partecipazione agli interrogatori ai quali è stato sottoposto non le avrebbero consentito di completare l’approfondimento di un processo molto complesso.

In primo grado Messina Denaro condannato all’ergastolo

In primo grado Messina Denaro è stato condannato all’ergastolo. Alla scorsa udienza ha scelto di non partecipare attraverso il collegamento in videoconferenza.

Nuova perquisizione in casa della sorella del boss

Intanto due giorni fa i carabinieri del Ros hanno effettuato una nuova perquisizione nella casa di via Alberto Mario a Castelvetrano, in cui viveva la sorella di Messina Denaro, arrestata venerdì per associazione mafiosa.
L’immobile è la storica residenza della famiglia Messina Denaro: le sorelle della donna vivono in un’altra palazzina con la madre. Rosalia era l’unica dei Messina Denaro a essere rimasta nell’appartamento.
Proprio al secondo piano nell’abitazione, il 6 dicembre scorso, i militari, che cercavano un luogo sicuro per piazzare delle microspie, hanno trovato l’appunto sulle condizioni di salute del capomafia che poi li ha portati al suo arresto. Era nascosto nell’incavo di una sedia. Numerosi altri biglietti, tra i quali alcuni del fratello, sono stati recuperati nell’asse da stiro e nella casa di campagna della donna, in contrada Strasatti.

La donna fa scena muta davanti al Gip

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip Alfredo Montalto Rosalia Messina Denaro. La donna, sentita per l’interrogatorio di garanzia nel carcere Pagliarelli, era assistita dall’avvocato Daniele Bernardone.

Le accuse

Gli inquirenti la definiscono la “fedele cassiera” della cosca, la ragioniera di Matteo Messina Denaro. Ruolo delicatissimo e allo stesso tempo di primissimo piano. E lo avrebbe rivestito almeno per una decina di anni Rosalia “Rosetta” Messina Denaro, sorella dell’oramai ex latitante. Il suo profilo viene tratteggiato dalla Procura e dal Gip del tribunale di Palermo nell’ordinanza di custodia cautelare. Una donna che potrebbe sapere molti, moltissimi segreti. Per aver avuto un ruolo del genere deve necessariamente custodire anche importanti passaggi interni a cosa nostra nell’ultimo decennio. Una sorta di scrigno.

“Obbligata a rendicontare”

Gli inquirenti non hanno dubbi: “Rosetta” svolgeva il compito, in modo costante e ripetuto almeno negli ultimi 10 anni, di fedele cassiera della cosca. “Obbligata a rendicontare scrupolosamente al capomafia ogni spesa affrontata o ogni somma elargita ai sodali” si legge. Fattore questo che secondo la Procura è immediatamente desumibile da un’ulteriore espressione utilizzata dal latitante in uno dei pizzini. “Mi fai sempre lo spekkietto finale, così so quanto è la cassa”. Rosalia Messina Denaro potrebbe quindi essere a conoscenza di molti segreti.

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