Questa mattina, la Suap (Speciale unità di accoglienza permanente) dell’Asp di Catania ha ospitato il primo paziente.

È una donna, di Catania, che in seguito ad un incidente è stata curata, per quattro anni, in una clinica di Igea Marina.

“È un chiaro segnale di come il lavoro in “rete” e la collaborazione tra Aziende, secondo gli indirizzi regionali, fornisca concrete risposte ai bisogni di salute dei cittadini – dichiara l’assessore regionale alla salute, on. Baldo Gucciardi -. Puntiamo al rafforzamento del nostro sistema di welfare in modo da ridurre e superare, per pazienti e familiari, la percezione dello “svantaggio” in ambito socio-sanitario, e dare, allo stesso tempo, concreta attuazione ad un “sistema unico di interventi socio-sanitari”, che garantisca percorsi di cura specifici e soddisfi il bisogno di cura dei territori”.

“Siamo molto orgogliosi di avere contribuito, oggi, al ricongiungimento di una famiglia – aggiunge il dr. Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Asp di Catania -. La famiglia vive intorno a un malato che ha bisogno di assistenza, esprime i suoi sentimenti e i suoi bisogni. In questo senso l’istituzione delle due nostre Suap oltre a rispondere a obiettivi di programmazione, viene incontro ai bisogni di assistenza dei cittadini grazie alla realizzazione di una rete di servizi altamente specializzati e di immediata prossimità”.

L’Asp di Catania ha attivato due Suap, per un totale di 20 posti letto: 6 a Catania, presso l’Ospedale “Santo Bambino” dell’AOU “Policlinico-Vittorio Emanuele” e 14 a Militello V.C., presso l’Ospedale “Basso-Ragusa”.

Le Suap sono strutture extraospedaliere dedicate ad accogliere pazienti in stato vegetativo (Sv) o stato di minima coscienza (Smc), all’interno di una rete regionale integrata per il trattamento dei pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite in fase cronica.

“La realizzazione delle Suap risponde ad un preciso mandato dell’Assessorato alla Salute – afferma il dr. Paolo Cantaro, direttore generale dell’AOU “Policlinico-Vittorio Emanuele” -. Le persone con disordini della coscienza esprimono un bisogno di salute e di assistenza che è peculiare e al quale deve corrispondere una precisa e altamente qualificata presa in carico da parte delle istituzioni, fatto che richiede anche un attento impegno organizzativo per implementare i servizi e dotarli delle ricorse umane e logistiche necessarie; in questa funzione la disponibilità del dr. Salvatore Nicosia e della sua equipe contribuisce a mantenere alti i livelli di sicurezza”.

I progressi scientifico-tecnologici e il miglioramento delle cure nei reparti di terapia intensiva, hanno portato a un graduale aumento del numero dei pazienti che sopravvivono a gravi cerebrolesioni acquisite (Gca) e alla successiva fase di coma. Tra questi pazienti, alcuni vanno incontro a un moderato recupero funzionale, mentre in altri persistono quadri clinici con differenti livelli di gravità.

“Con questo primo ricovero, e pertanto con la sostanziale attivazione della Suap di Catania – affermano il dr. Franco Luca e il dr. Antonio Lazzara, rispettivamente direttore sanitario dell’Asp catanese e direttore sanitario dell’AOU “Policlinico-Vittorio Emanuele” – ci allineiamo agli standard assistenziali e riabilitativi specifici fissati a livello nazionale e regionale e dimostriamo una chiara attenzione verso le fasce più vulnerabili della popolazione”.

Si stima che in Italia le persone in stato vegetativo siano circa 3000. I numeri, seppur sommariamente, ci danno le dimensioni di un problema di grande rilevanza medica e sociale.