“Tra amianto,  evidente pericolo di crolli, polveri pericolose, ristagni e accesso facile, l’edificio dell’ex Manifattura tabacchi di via Garibaldi a Catania è incompatibile con la presenza dei  dieci lavoratori al suo interno e pericoloso persino per la salute pubblica. Il personale dovrebbe essere trasferito nell’arco di massimo 24 ore e Comune e Regione dovrebbero immediatamente procedere alla bonifica ed alla messa in sicurezza  dello storico stabile di 16 mila metri quadri destinato ad essere trasformato in Polo museale”.

L’allarme parte dalla Fp Cgil di Catania e in particolare dal segretario generale Gaetano Agliozzo e dal coordinatore provinciale Gaetano Del Popolo che in una lettera inoltrata al direttore del Museo regionale di Catania, lamentano anche la “mancata consultazione delle organizzazioni sindacali” che avrebbe potuto evidenziare e prevenire una serie di errori che oggi sono prima di tutto i lavoratori della struttura a pagare.

L’ edificio acquisito al Demanio della Regione Siciliana nel 2004, è stato per decenni sede di una grande fabbrica di Stato che manipolava tabacchi e loro derivati, anche con l’ausilio di sostanze tossiche. Nell’elenco di tali sostanze, usate o prodotte in tutte le Manifatture Tabacchi dello Stato, ci sono anche amianto, acetilene, alcool, diossido di carbonio, nitrato di sodio, ammoniaca, pesticidi, polveri di tabacco. Per tale ragione le Manifatture Tabacchi risultano inserite tra le “industrie di prima classe” nell’elenco delle industrie insalubri.

Spiegano Agliozzo e Del Popolo: “Le postazioni di lavoro assegnate al personale non sono per nulla conformi alle prescrizioni da osservare in materia di sicurezza sul lavoro; ci si chiede se l’edificio sia stato sottoposto a esame oggettivo teso ad escludere rischi per la permanenza umana o anche semplicemente a censire e monitorare le parti progressivamente ammalorate, per normale degrado, e adesso a rischio crollo; o a procedere a costanti pulizie e disinfestazioni per contrastare le infestazioni tipiche di un edificio in abbandono”.

La breve descrizione dell’edificio contenuta nella lettera della Fp Cgil è inquietante.

Eccone una parte: “L’intero edificio appare interessato, in ogni sua parte, da accumuli di fibre di vetro e di amianto, assai spesso volatili e sotto forma di fiocchi o di polveri. Alcuni di questi accumuli si sono depositati sulle terrazze dell’edificio e, trasportati probabilmente dalle acque meteoriche, hanno formato addensamenti ed è lecito supporre che essi si siano distribuiti anche nei cortili attraverso il sistema di displuvi tuttora funzionante”.

Concludono Agliozzo e Del Popolo: “Se andrà avanti questo stato di inerzia la FP CGIL sarà costretta ad attivare in tutte le forme di protesta che riterrà opportune, rivolgendosi agli organi competenti in materia. Il nostro obiettivo rimane quello di garantire la salvaguardia della incolumità dei dipendenti e la eliminazione dei gravi rischi a cui il personale che opera nella struttura, appare fortemente esposto”.