Un avvocato di 83 anni è morto all’ospedale di Catania dopo essere stato vittima di una brutale rapina avvenuta all’interno della sua abitazione in un comune del Catanese. L’anziano avvocato era rimasto gravemente ferito nel corso di una rapina a casa. L’83enne è deceduto quattro giorni dopo ricovero a causa di una gravissima ferita alla testa.
La rapina a Castel di Judica
La rapina, secondo quanto è stato ricostruito dagli investigatori che stanno seguendo il caso, risale alla mattina del 5 settembre scorso ed è avvenuta nella sua abitazione di Castel di Judica. L’avvocato viveva da solo.
Dichiarata la morte cerebrale per l’uomo
Secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Caltagirone, l’uomo sarebbe stato vittima di una rapina la sera avvenuta prima del ritrovamento. Il legale, del quale non è stata resa nota l’identità, a causa della gravità della ferita, procurata con un corpo contundente, era stato ricoverato al San Marco di Catania, dove oggi i medici ne hanno accertato la morte celebrale.
Chi è la vittima
La vittima è l’avvocato Salvatore Laudani. Viveva da solo nella sua abitazione di contrada Franchetto, un borgo di Castel di Iudica (e non Judica, come scritto precedentemente, ndr) dove vivono poco meno di ottanta di persone. “Tutte molto scosse dalla vicenda”, commenta il sindaco, Ruggero Strano, che non conosceva il legale, che pare avesse la residenza in un altro comune del Catanese, e dicendosi “addolorato per la sconvolgente notizia”.
Disposta l’autopsia
A chiarire la dinamica e le cause del decesso sarà l’autopsia che sarà disposta dalla Procura di Caltagirone, titolare dell’inchiesta. La vittima, per la gravità della ferita e per le sue condizioni di salute, è stato trasferito nell’ospedale San Marco di Catania, dove oggi i medici ne hanno accertato la morte cerebrale.
Le rapine con la motosega nel Catanese
Con una motosega rapina bar e stazione di servizio, dopo un pedinamento i poliziotti travestiti da finti bagnanti lo arrestano. A finire in manette un uomo di 31 anni nel Catanese che per mettere a segno le rapine ha utilizzato un metodo da film horror. Ha brandito un’affilatissima motosega, come nelle scene del celebre film “Non aprite quella porta”.
Due rapine in breve tempo
Armato di una motosega alle prime luci dell’alba un giovane ha fatto irruzione nel bar di un’area di servizio dell’autostrada A18 Messina Catania e ha costretto il banconista a consegnare il denaro ed i tagliandi “Gratta&Vinci” che erano esposti in negozio. Quindi si è allontanato a bordo di una Nissan Micra volutamente lasciata a debita distanza per non permettere di rilevarne il numero di targa. Pochi minuti dopo, lungo la carreggiata in direzione opposta stesso scenario: anche qui l’uomo si è introdotto fulmineamente all’interno del bar e, brandendo la motosega in funzione, si è fatto consegnare l’incasso e tutti i “Gratta&Vinci” esposti, per poi darsi alla fuga con la stessa auto utilizzata nella precedente occasione.
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