Con una motosega rapina bar e stazione di servizio, dopo un pedinamento i poliziotti travestiti da finti bagnanti lo arrestano. A finire in manette un uomo di 31 anni nel Catanese che per mettere a segno le rapine ha utilizzato un metodo da film horror. Ha brandito un’affilatissima motosega, come nelle scene del celebre film “Non aprite quella porta”.
Due rapine in breve tempo
Armato di una motosega alle prime luci dell’alba un giovane ha fatto irruzione nel bar di un’area di servizio dell’autostrada A18 Messina Catania e ha costretto il banconista a consegnare il denaro ed i tagliandi “Gratta&Vinci” che erano esposti in negozio. Quindi si è allontanato a bordo di una Nissan Micra volutamente lasciata a debita distanza per non permettere di rilevarne il numero di targa. Pochi minuti dopo, lungo la carreggiata in direzione opposta stesso scenario: anche qui l’uomo si è introdotto fulmineamente all’interno del bar e, brandendo la motosega in funzione, si è fatto consegnare l’incasso e tutti i “Gratta&Vinci” esposti, per poi darsi alla fuga con la stessa auto utilizzata nella precedente occasione.
Immediate indagini
Sono state immediatamente avviate le indagini della polizia di Stato, che hanno passato al setaccio gli impianti di videosorveglianza interni ed esterni, nonché altri impianti installati in ambito autostradale, non distanti dai luoghi delle rapine. Da una telecamera in particolare si è risaliti alla targa della Micra e quindi al probabile autore, un giovane 31enne catanese con precedenti specifici. Sono subito scattate quindi le ricerche dell’uomo che nel frattempo si era reso irrintracciabile. Gli investigatori hanno svolto ulteriori accertamenti, concentrando le ricerche a Mascali in una località balneare sul litorale ionico: sono state perlustrate strade, villette, complessi abitativi, lunghi tratti di spiaggia, sino a quando l’autovettura utilizzata per compiere le rapine è stata rintracciata, parcheggiata in maniera seminascosta all’interno di un grande complesso residenziale.
Le mosse degli agenti
Appariva quindi fondamentale non perdere di vista il veicolo ed allo stesso tempo non tradire la propria presenza rispetto al continuo via-vai di abitanti della zona. Agli agenti della Polstrada non è rimasta altra scelta che quella di fingersi bagnanti, svestendo i propri panni e rimanendo in costume, per poter tenere d’occhio l’auto in maniera insospettabile. Dopo alcune ore, nel tardo pomeriggio, la svolta: l’uomo è stato notato uscire da una delle abitazioni del complesso per dirigersi verso l’auto ed è stato immediatamente bloccato e perquisito. Addosso aveva ancora la gran parte del denaro contante che aveva racimolato con le due rapine, 1.330 euro, mentre, dalla perquisizione dell’auto è stata rinvenuta una notevole quantità di monetine da 10 e 20 centesimi, per un totale di altre 34 euro.
Altri prove
Altre conferme della sua colpevolezza sono arrivate dalla perquisizione dell’abitazione: oltre a due borsoni preparati con abbigliamento ed effetti personali è stato rinvenuto uno zaino contenente altro denaro in moneta, per un valore di 331 euro e oltre 411 tagliandi “Gratta & Vinci” di varie versioni, la gran parte dei quali ancora da utilizzare. Infine è stata ritrovata anche la motosega utilizzata per compiere le rapine: un modello utilizzato per la potatura di alberi, alimentato a batteria, perfettamente lubrificata e con catena molto affilata.
L’arresto
Per il trentunenne è scattato così il fermo con l’accusa di rapina aggravata e continuata e si sono spalancate le porte del carcere. Condividendo le risultanze d’indagine, la Procura ha richiesto la convalida del provvedimento e l’applicazione della custodia cautelare in carcere che il Gip del tribunale di Catania ha integralmente accolto.
Commenta con Facebook