Avevano fissato un appuntamento per “chiarirsi” ma in realtà dietro c’era l’intenzione a pestarlo di botte. Così hanno fatto ma alla fine sono stati rintracciati e identificati dai carabinieri che hanno fatto luce su un’aggressione avvenuta qualche giorno fa. In due sono stati denunciati per questo atto di violenza avvenuto a Biancavilla, nel Catanese.

Le accuse

I carabinieri della stazione di Biancavilla hanno denunciato, per i reati di lesioni e minacce in concorso, due giovani 18enni di Santa Maria di Licodia, presunti responsabili del ferimento di un minore di 17 anni avvenuto la sera dello scorso sabato 4 giugno.

Una lite per ragioni sentimentali

La lite, maturata per motivi sentimentali, è iniziata con uno scambio di messaggi e un appuntamento chiarificatore che è degenerato in una aggressione da parte dei due maggiorenni nei confronti del minore. Quest’ultimo, ferito, è stato visitato dai medici dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla dove è stato giudicato guaribile con 5 giorni di prognosi.

“Grave quando indiziario”

Secondo i carabinieri il grave quadro indiziario emerso, supportato da concreti elementi di riscontro acquisiti all’esito delle attività investigative e dell’ascolto della vittima, originaria di Biancavilla, ha permesso di identificare i due maggiorenni, denunciandoli all’autorità giudiziaria.

Altra aggressione a Palermo

Appena due giorni fa si è consumata un’altra aggressione questa volta a Palermo, anche se con un movente totalmente diverso. Presa a calci e pugni da un gruppo di ragazzini, ricoperta di insulti omofobi, offesa ed umiliata. E’ quanto accaduto a Giada, una 21enne palermitana che, oltre a denunciare alle forze dell’ordine la terribile violenza subita, ha affidato a Facebook il racconto di quei drammatici momenti nella speranza che simili cose non debbano ripetersi. Ma le notizie riguardanti aggressioni omofobe, sono, purtroppo, sempre più frequenti. “Mi stavo recando ad una semplice prova di lavoro al centro commerciale Forum – ha scritto sui social la vittima -. Un gruppo di cinque ragazzini senza alcun motivo ha iniziato a deridermi, denigrarmi per il modo in cui mi vesto (come tutti d’altronde), per i capelli corti e per il fatto che non si capisce molto se sono maschio o femmina”.

 

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