Al carcere di Bicocca carenze di organico per 100 unità, per i Vigili del fuoco solo 15 Autopompe serbatoio a fronte delle 28 che servirebbero realmente. Riparte da queste carenze Antonio Sasso, segretario generale della Fns Cisl di Catania, appena confermato per il secondo mandato dal 3° congresso della federazione cislina della sicurezza svoltosi ieri. Con lui, sono stati eletti i segretari territoriali Santino Di Stefano (Vigili del fuoco) e Dario Sciabbarasi (Polizia penitenziaria).

Al congresso hanno partecipato Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Pompeo Mannone, segretario generale Fns Cisl nazionale. “La riconferma – commenta Sasso – è segno che in questi quattro anni abbiamo svolto un ottimo lavoro e che continueremo a lavorare con lo stesso impegno”.

È la carenza negli organici il problema principale che accomuna tanto i Vigili del fuoco quanto la Polizia penitenziaria che operano a Catania: al carcere di Bicocca, risultano 100 unità in meno e tocca al Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, che vi risulta incardinato nell’organico, aiutare ad alzare la media del personale lavorante. E a garantire uomini al Nucleo è il personale di Piazza Lanza che ha già carenze croniche di suo: un cane che si morde la coda.

Anche la Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria di San Pietro Clarenza, che risulta Polo Nazionale di Formazione, fiore all’occhiello etneo nell’avviare al difficile compito istituzionale le giovani leve, è ridotta a numeri deprimenti e senza una sua reale pianta organica.

“I turni continui per sopperire alle varie carenze – denuncia Sasso – compromettono il recupero psico-fisico dei lavoratori, minando la loro vita sociale e familiare. Riteniamo sia necessario e improcrastinabile istituire visite periodiche, così come avviene nel Corpo Nazionale, e dare vita, nel più breve tempo possibile, a un organismo atto a individuare i sintomi di malessere psicologico che sfociano nei suicidi e nei tentati suicidi”.

Analoghe carenze si riscontrano nel corpo dei Vigili del fuoco. “Non è pensabile – dice Sasso – che in una città come Catania, divenuta area metropolitana e con una provincia dai territori vasti, e morfologicamente eterogenei, con un aeroporto, terzo in Italia per passeggeri, ci sia un Comando che, a fronte di una mole di interventi pro-capite simile a quella del Comando di Milano, e con un numero di interventi per mezzi pari a circa 900 contro i quasi 600 del resto del Paese, abbia in dotazione meno di 15 Autopompe serbatoio, invece delle 28 che servirebbero realmente, per poter garantire il soccorso tecnico urgente in città e provincia”.

Sempre nei Vigili del Fuoco, sarebbe il caso di incominciare a valutare i molti casi di tumori, specialmente alle vie respiratorie, e infarti che colpiscono gli operatori del soccorso, durante il servizio e dopo il pensionamento. “Occorre – afferma Sasso – un’attenta analisi con l’istituzione, anche qui, di un organismo che valuti con estrema attenzione la correlazione tra il nostro lavoro e tutti questi casi di malattie gravi”.

Il congresso ha infine ricordato Vincenzo Lima, il vigile del fuoco 39enne, deceduto il 24 settembre del 2014, in un incidente stradale, mentre con l’autobotte si stava recando all’aeroporto di Catania per un’emergenza.