“Non ci sono pazienti, né lavoratrici e lavoratori di serie B nei centri di riabilitazione convenzionati. Eppure, la Regione ha appena aumentato budget e prestazioni per le sole case di cura private. Una discriminazione per noi incomprensibile che ci auguriamo possa essere spiegata dall’assessore Ruggero Razza cui, ad ogni modo, diamo atto dell’impegno e degli sforzi profusi nel suo mandato”.
Lo affermano i segretari generali di Uil e Uil Fpl Catania, Enza Meli e Mario Conti.

Nessun incremento delle rette da circa vent’anni

I segretari aggiungono: “Il recente decreto, che pure riconosce giustamente l’importanza dell’attività svolta da una parte del sistema dei centri di riabilitazione, ne penalizza un’altra non meno preziosa. E fondamentale per migliaia di disabili, tra i quali moltissimi catanesi. Vale la pena ricordare, peraltro, che queste strutture da circa vent’anni non vedono alcun incremento delle rette”.

Mesi di liste d’attesa a causa del blocco delle prestazioni

“Da troppo tempo – affermano ancora Enza Meli e Mario Conti – i centri convenzionati con il Servizio sanitario regionale chiedono inutilmente a gran voce un adeguamento di corrispettivi e prestazioni. Non è accettabile, adesso, che ci si dimentichi di chi assicura in concreto il basilare diritto alla salute di un gran numero di persone fragili, dai bimbi appena nati agli anziani con patologie degenerative, spesso costretti ad aspettare mesi in lista d’attesa per accedere ai servizi proprio a causa del blocco delle prestazioni che dura da anni”.

Adeguare le rette o inarrestabile l’emorragia di professionisti

I segretari generali di Uil e Uil Fpl concludono: “Ci sembra ingeneroso dimenticare strutture che pure in periodo di pandemia hanno operato in emergenza e ancora oggi lavorano in condizioni difficilissime. Chiediamo, quindi, di adeguare le rette in modo da garantire, com’è doveroso, parità di retribuzione a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di questo comparto. Nessuno escluso. In assenza di tale adeguamento, diventerà purtroppo inarrestabile l’emorragia di professionisti già ora in atto che porterà al collasso i centri riabilitativi con enormi e gravi ripercussioni sulla qualità della vita nella nostra Isola”.