Venerdì 20 maggio, dalle 10 alle 18 i lavoratori dell’Amt di Catania si fermeranno. Una decisione inevitabile, quella dello sciopero, per provare a richiamare l’attenzione pubblica sulla crisi nera del trasporto pubblico catanese.
La situazione è sempre più drammatica. L’Amt di Catania sembra sull’orlo del baratro e, verosimilmente, a pagarne le spese saranno i lavoratori.
E’, infatti, il contratto di solidarietà al 60% l’unica soluzione prospettata dai vertici dell’azienda ai lavoratori nel corso di una riunione con i rappresentati sindacali.
Una soluzione che i sindacati non hanno nessuna intenzione di accettare come conferma il segretario provinciale della Fisal, Aldo Moschella: “Ci opporremmo con tutti i mezzi possibili a quella che non rappresenta una soluzione condivisibile. Risponderemo chiedendo le dimissioni di tutto il consiglio d’amministrazione dell’azienda”.
I sindacati puntano il dito sulla gestione aziendale, ma anche sull’amministrazione comunale di Catania: “ Il comune continua a richiedere servizi – continua Moschella – ma non paga, se è vero che i debiti ammontano a circa 26 milioni di euro a cui vanno aggiunti i soldi che devono arrivare dalla regione”.
“Ricordiamoci che Catania è una città metropolitana- conclude Moschella – e non può avere un servizio pubblico limitato. Siamo sotto organico, abbiamo numerosi problemi e si continuano a fare delle operazioni sbagliate. Basti pensare che per far spazio alla pista ciclabile sono state eliminate quasi tutte le fermate previste al lungomare”.
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