Notte brava per due minorenni a Catania, spericolate alla guida di un’auto hanno dato vita ad un inseguimento con la polizia alle loro calcagna. E quando sono state fermate hanno fatto esplodere tutta la loro rabbia cercando di aggredire gli agenti. Per entrambe è arrivata una denuncia per i reati di minacce e resistenza a pubblico ufficiale.
La notte di follia
Tutto è cominciato nella notte scorsa intorno alle 2 quando un equipaggio di volante, impegnato nell’ordinario servizio di controllo del territorio, notava all’altezza di via San Giuliano a Catania una fiat Panda procedere a forte velocità. Gli agenti, utilizzando i segnali di emergenza, si accodavano al veicolo intimandogli l’alt. La conducente, tuttavia, proseguiva la corsa per le vie del centro cittadino, violando le più elementari norme del Codice della Strada. Tutto questo ha costretto i poliziotti a un lungo e pericoloso inseguimento, che si concludeva all’altezza del faro Biscari, dove l’auto veniva bloccata.
La rabbia incontrollata
Dal veicolo scendevano due ragazze minorenni, di 17 e 15 anni, le quali tentavano con rabbia di aggredire gli agenti, ma venivano subito bloccate, grazie anche all’ausilio di altro personale intervenuto sul posto. Dopo aver avvisato la Procura dei minori di quanto accaduto, le due ragazze sono state denunciate in stato di libertà per i reati di minacce e resistenza a pubblico ufficiale e riaffidate ai genitori. Alla conducente, inoltre, alla guida del mezzo senza patente, venivano contestate le sanzioni al Codice della Strada relative alla sua condotta.
Un precedente singolare
Se questo può essere considerato un episodio particolare, sicuramente in Sicilia recentemente se n’è verificato un altro ed ha riguardato sempre una ragazzina. E’ accaduto nel siracusano con una 17enne denunciata perché, nonostante fosse positiva al Covid19, è stata trovata dalla polizia in auto, in compagnia di due amici. La ragazza è stata denunciata dagli agenti delle Volanti per violazione delle norme sanitarie mentre gli altri due si sono sottoposti al tampone per verificare se avessero contratto il virus dalla loro amica. Quando è stata sentita dagli investigatori non avrebbe saputo dire nulla, probabilmente non avrebbe resistito alla tentazione di fare un giro ed incontrare dei suoi coetanei, esponendoli ad un rischio enorme. Il fascino della movida le sarebbe stato irresistibile.
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