“Un altro passo avanti verso il completamento della Diga di Pietrarossa, la più grande incompiuta del sistema idrico siciliano. Dopo il via libera, qualche settimana fa, da parte del mio governo, al progetto definitivo, adesso è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea e su quella italiana la gara per i lavori con un investimento complessivo di 82 milioni di euro. Un’infrastruttura strategica per lo sviluppo economico della nostra Isola, sia in termini occupazionali per tutto l’indotto, sia per i benefici che gli agricoltori della Piana di Catania avranno una volta concluso il cantiere”.
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

“Dopo 25 anni non sarà più un’incompiuta”

“Sono soddisfatto – prosegue – perché finalmente si sblocca un’opera ferma da 25 anni. Ringrazio il commissario straordinario Ornella Segnalini, nominata dal presidente del Consiglio dei ministri per gli interventi di completamento dell’infrastruttura, per l’impegno profuso e la collaborazione prestata”.

La Diga di Pietrarossa

La diga di Pietrarossa si trova nei Comuni di Aidone e Mineo, a cavallo delle province di Catania ed Enna.
L’obiettivo è quello di giungere alla consegna del cantiere entro i primi sei mesi del 2023 e di completarlo nel 2026. A realizzare la progettazione è stato il Raggruppamento temporaneo di imprese che fa capo alla Hmr Srl di Padova, che si era aggiudicata la gara indetta dal dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti.

Un’opera di grande rilevanza economica

Della diga di Pietrarossa Schifani aveva parlato anche il 22 novembre: “È un risultato di portata eccezionale – aveva evidenziato il governatore – tenuto conto che i lavori, già completati per il 95%, sono fermi dal 1997. Sono soddisfatto che in così poco tempo dal mio insediamento si sia potuta sbloccare un’opera di grande rilevanza, anche economica. In continuità con il precedente governo regionale che ha creduto nell’intervento, e ha inserito l’opera tra i progetti finanziabili con il Pnrr, oggi si può finalmente procedere al completamento di un’infrastruttura concepita ben quarant’anni fa. È una sfida notevole per la nostra Regione e per l’economia agricola della Piana di Catania, oltre al fatto che non resterà un’eterna incompiuta, con un incredibile spreco di denaro pubblico”.

La scheda tecnica sulla Diga

La diga è da considerarsi strategica in quanto fa parte di un più ampio sistema di opere idriche, costituito dal serbatoio Don Sturzo – già Ogliastro – sul fiume Gornalunga e dalla traversa sul fiume Dittaino. Tali opere sono finalizzate all’irrigazione delle vaste aree ricadenti ai margini nella Piana di Catania e interessanti la zona di sinistra del fiume Dittaino, le valli dei fiumi Margherito e Gornalunga e la fascia a nord degli abitati di Mineo, Palagonia, Scordia, Francofonte e Lentini.
La diga, una volta ultimata, incrementerà di circa 45 milioni di metri cubi i volumi idrici accumulabili negli invasi siciliani. L’opera riuscirà a salvaguardare le riserve della “Don Sturzo” e garantirà acqua a oltre diciassettemila ettari di terreni, più del doppio di quelli attualmente raggiunti. La posa della prima pietra risale al 1989, i lavori furono bloccati sul finire (nel 1997), quando mancava solo una minima parte da ultimare. Dopo oltre vent’anni è stata la Regione a riavviare l’iter, firmando nel 2019 un accordo col ministero delle Infrastrutture per rendere finalmente operativa la struttura. Il completamento verrà eseguito utilizzando le risorse del Pnrr.

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