Sono stati ascoltati stamani in commissione bilancio Ars il segretario generale Ignazio Baglieri e il ragioniere generale Francesco Schillirò della Città metropolitana di Catania e secondo quanto riportato in una nota diffusa dal gruppo di Forza Italia la situazione è “a dir poco allarmante” in merito  alla società partecipata Pubbliservizi Spa.

Il capo gruppo di Fi, Marco Falcone, ripercorrendo quanto discusso in commissione ha chiesto l’intervento del sindaco metropolitano, Enzo Bianco.

“Gli alti dirigenti – dice il deputato regionale – hanno riferito di lavori non eseguiti per 2,3 milioni di euro, di un numero eccessivo di promozioni di personale, di spostamenti di operai dalla strada agli uffici interni, di violazione di direttive dell’ente metropolitano in merito ad un affidamento  di servizi e di forniture che lederebbe la stessa mission della società partecipata”.

Falcone riferisce anche che durante l’audizione i dirigenti avrebbero ipotizzato che “se nel 2015 la partecipata ha chiuso con una perdita secca di oltre 400 mila euro, il bilancio 2016 si avvierebbe ad una perdita che supererebbe i 2 milioni di euro”.

Il capogruppo di Forza Italia ricorda che la partecipata ha un affidamento annuo di 18 milioni di euro su una spesa corrente della Città metropolitana di 90 milioni, e affonda la critica: “Ci si rende conto – dice Falcone –, come hanno sottolineato Baglieri e Schillirò, che ci troviamo di fronte a una società che è sull’orlo del baratro e che potrebbe lasciare sulla strada ben 400 padri di famiglia”.

Falcone, assieme al vicepresidente della commissione Bilancio, Ricordo Savona,  presenteranno un’interrogazione “per comprendere fino in fondo la veridicità di quanto appreso” ed hanno già chiesto l’istituzione di una sottocommissione che faccia luce su tutte le società partecipate delle città metropolitane e dei liberi consorzi siciliani.

In serata arriva la replica della Pubbliservizi con una lunghissima nota firmata dal presidente Adolfo Messina.

“Apprendiamo – esordisce Messina – che in data odierna, in audizione presso la seconda commissione legislativa Bilancio dell’ARS, il dirigente alle partecipate nonché ragioniere generale della Città Metropolitana, Francesco Schilirò, ha reso dichiarazioni che risultano prive di fondamento sia di fatto che di diritto”

Il presidente di Pubbliservizi ricostrisce che “lo schema di bilancio 2015 che riporta una sopravvenienza attiva di 400mila euro e un accantonamento di riserva di ulteriori 200mila, è stata approvato all’unanimità dal CdA entro i termini e successivamente trasmesso al socio Città Metropolitana di Catania per gli atti consequenziali di propria competenza”.

In un passaggio della replica Messina sottolinea che “gli amministratori di questa società hanno predisposto, entro i termini previsti, il progetto di bilancio quindi in alcun modo potrebbero essere revocati o sottoposti all’azione di responsabilità. Nel secondo caso, quello in specie, stante l’inerzia del socio, che non si presenta alle convocazioni dell’assemblea per l’approvazione del bilancio, si potrebbe costituire l’indizio dell’impossibilità di funzionamento della stessa, costituendo causa di scioglimento della società stessa, per colpa e responsabilità del socio”. 

“Sarebbe questa la buona amministrazione cui tende la nuova governance della Città Metropolitana? – si chiede Messina – Quella di fare chiudere una propria partecipata mandando a casa 400 lavoratori? Adesso siamo arrivati alla mistificazione della realtà”

C’è anche un passaggio politico nella replica di Messina: “La cosa ci sembra alquanto strana perché dopo mesi di concordi concertazioni anche riguardo alle misure correttive e allo stralcio del bilancio, appena è cambiata la governance della Città Metropolitana, è inspiegabilmente, mutato anche l’atteggiamento del dirigente dell’ex Provincia. Con una serie di interventi epistolari maldestri, come telecomandato, alle quali noi replichiamo punto per punto, demolendo le osservazioni contenute che denotano tanta ignoranza e infondatezza, in punto di diritto e di fatto”.

“E’ stato invece questo Presidente – scrive ancora Messina  – a scoprire, denunciare, a scrivere le procedure e a tagliare consulenze e affidamenti. Quello stesso Presidente che oggi si vuole dipingere come l’autore di una mala gestio perpetrata da altri.

“Non ci fermeremo di fronte a nulla, – conclude – abbiamo il coraggio dovuto. Non avalleremo mai gli atti illegittimi del passato e l’indagine ad ampio spettro della Procura di Catania comprova che le illegittimità delle fatture da noi rilevate potrebbero far configurare ipotesi di reato molto gravi, sia per il patrimonio della società che per quello dell’Ente Socio. Per tutto ciò, abbiamo dato mandato ai nostri legali per la tutela del nostro operato e della nostra dignità in ogni sede competente. Non si può più assistere inermi ad una valanga di falsità, diffamazioni e argomentazioni messe in campo col solo scopo di delegittimare l’azione di questa amministrazione e probabilmente anche al fine di celare fatti gravissimi che potrebbero oggi essere scoperti, nella conduzione dell’amministrazione della ex Provincia Regionale prima e della Città Metropolitana adesso”.