E’ un catanese il nuovo vescovo di Patti: il Papa ha nominato monsignor Guglielmo Giombanco, vicario generale della diocesi di Acireale.

Il nuovo vescovo è nato a Catania il 15 settembre 1966, è un canonista e ha anche frequentato lo Studio Rotale. Dal 2012 è vicario generale della diocesi di Acireale. Insegna Diritto canonico nello Studio Teologico di Catania. È componente del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori e Amministratore della Basilica dei Santi Pietro e Paolo in Acireale.

Citando la Lettera ai Romani, Giombanco si è rivolto così ai fedeli: “Ho un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io”.

“Quando mi è stata comunicata la volontà di papa Francesco di nominarmi vescovo della Chiesa di Patti, ho subito pensato all’icona del pastore buono – ha continuato il nuovo vescovo – così forte ed insieme così dolce, scelta da Cristo per definire la sua persona e il suo rapporto con noi. Il pastore buono, ci ha detto Gesù, conosce le sue pecore, cioè le ama perché sono sue, perché gli appartengono, e offre la vita per loro. Carissimi, vengo a voi per conoscervi, cioè per amarvi e farvi dono della mia vita. Voi siete la mia nuova famiglia, noi ci apparteniamo! Insieme seguiremo Lui, il pastore buono, perché riconosceremo la sua voce ed Egli ci guiderà verso gli orizzonti sconfinati della verità e dell’amore. Per così grande dono ringrazio Dio, che con la sua luce illumina ed orienta i passi del mio cammino. Esprimo profonda e filiale gratitudine al santo Padre Francesco che, senza alcun mio merito, mi ha chiamato al servizio episcopale. A lui prometto il costante ricordo nella preghiera e il sempre rinnovato impegno di comunione e di docile obbedienza. Saluto con rispetto e stima il vescovo Ignazio Zambito, che ha amato e servito la nostra Chiesa con un lungo, fecondo e appassionato ministero pastorale. A lui va la nostra profonda gratitudine e prego con voi il Signore, che conosce i cuori e vede nel segreto, perché lo ricompensi per tutto il bene compiuto. Al Signore chiedo di benedire tutte le famiglie della nostra diocesi, con speciale attenzione a quelle provate da sofferenze fisiche e morali: penso alla povertà dei valori, alla mancanza di lavoro, alla precarietà nelle scelte di vita, alla solitudine degli anziani e dei sofferenti… Ringrazio Dio per i genitori attenti, per la saggezza degli anziani, per la gioia dei bambini e per l’esuberanza dei giovani che sono il presente e il futuro della nostra Chiesa, per i laici generosi che, a vario titolo, sono impegnati nella costruzione del Regno di Dio… Con tutti desidero realizzare rapporti di amicizia e di ecclesiale corresponsabilità. Con grande affetto mi rivolgo ai voi presbiteri e vi chiedo di farmi spazio nel vostro cuore perché, insieme, possiamo amare e servire la comunità cristiana…”.