Cinque persone, tra cui un uomo di 58 anni ed il figlioli 34, sono finite in manette a Paternò (Catania) con l’accusa di estorsione ai danni di un minorenne che aveva rubato alcune munizioni trovate in un casolare abbandonato, accusato poi di essersi appropriato anche alcune armi che vi erano anche nascoste.

L’operazione “Nerbo”, i nomi degli arrestati

L’operazione è stata denominata “Nerbo”. Gli arrestati sono Giuseppe Amantea, di 53 anni, già definitivamente condannato quale appartenente all’associazione per delinquere di tipo mafioso Santapaola Ercolano e fratello di Francesco, attualmente detenuto e sottoposto al 41bis, Filippo e Rosario Cunsolo, padre e figlio, Barbaro Messina, di 42, braccio destro di Amantea, e Consolato Emanuele Pedalino, di 28, nipote di Filippo Cunsolo.

Blitz con 50 militari

Le ordinanze di custodia cautelare, con l’accusa di estorsione in concorso pluriaggravata, sono state emesse dal Gip al termine di indagini coordinate dalla Dda della Procura della Repubblica di Catania ed eseguite da circa 50 militari del Comando Compagnia di Paternò e dello Squadrone Elitrasportato Cacciatori di Sicilia.

Il video

Come sono nate le indagini

Le indagini hanno preso avvio dalla denuncia del padre di un minorenne che aveva rubato alcune munizioni, le aveva poi consegnate a Pedalino, che lo avrebbe poi minacciato pesantemente accusandolo di aver rubato anche alcune armi e pretendendo 2.000 euro per il danno subito. Il giovane sarebbe stato preso a schiaffi, colpito con un frustino da cavallo e minacciato di ulteriori conseguenze.

Il padre sarebbe stato poi aggredito nel centro del paese a schiaffi e pugni da Rosario Cunsolo, che insieme al padre Filippo gli avrebbe ribadito la richiesta di 2.000 euro. La vittima si sarebbe poi rivolta a Messina e Amantea chiedendo loro di fare da intermediari per mitigare le richieste di denaro dei Messina ed Amantea; sarebbero poi intervenuti ma avrebbero pressato la vittima per consegnare un acconto di 500 euro a Messina.