Estorsioni non solo ad operatori economici ma anche a semplici cittadini. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri del comando provinciale di Catania che hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip nei confronti di 10 persone indagate a vario titolo per estorsione aggravata dal metodo mafioso, spaccio di sostanze stupefacenti e furto. L’indagine, denominata ‘The gift’, coordinata dalla Dda etnea e condotta da militari dell’arma della tenenza di Misterbianco, rivela la Procura, ha fatto luce su “estorsioni a imprenditori locali, compresi i titolari di una autocarrozzeria e di una concessionaria di auto, e anche a diversi privati cittadini”.

I nomi degli indagati

Sono 6 i soggetti che sono stati arrestati con misura cautelare in carcere e si tratta di: Emanuele Bonaccorso, 34 anni, Roberto Boncaldo, 56 anni e già detenuto, Giovanni Edoardo Caruana, 30 anni e anche lui già detenuto, Gaetano Agatino Murabito, 38 anni, Giuseppe Strano, 54 anni, e Daniele Francesco Ventimiglia, 34 anni. Altri quattro invece hanno avuto l’obbligo di dimora con divieto di allontanamento dall’abitazione nelle ore notturne e si tratta di: Salvatore Assennato, 30 anni, Rosario Petralia, 36 anni, Oreste Antonio Prelati, 47 anni, e Concetto Privitera, 60 anni.

Clima di paura e omertà

Dall’inchiesta sarebbe emerso “un clima di pesante assoggettamento ed omertà, in cui le vittime erano costrette a versare mensilmente somme di denaro per tutelarsi da eventuali danneggiamenti alle proprie attività commerciali o per ottenere, con il metodo del cosiddetto ‘cavallo di ritorno‘, la restituzione delle autovetture che erano state loro rubate”. Le ‘tangenti’, contesta la Dda della Procura di Catania, erano “poi destinate dagli indagati al sostentamento dei sodali detenuti in carcere o reinvestite in altre attività criminali, soprattutto nell’acquisto e nello spaccio di marjuana e cocaina”.

Il “giro d’affari”

Le risultanze investigative hanno permesso di quantificare gli illeciti proventi derivanti dalle attività estorsive in circa 5.200 euro complessive. Nel corso dell’indagine, si è proceduto anche all’arresto in flagranza di reato di uno dei responsabili delle estorsioni e al fermo di un altro presunto complice, entrambi già condannati, in abbreviato, alla pena di 4 anni e sei mesi di reclusione.

Anche la droga

La prosecuzione dell’attività d’indagine ha inoltre documentato il coinvolgimento di alcuni indagati in altre attività criminali come nella detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti di varia natura. Dagli elementi indiziari raccolti, è emersa la “poliedricità criminale” di Giuseppe Strano che operava in vari settori d’interesse per le proprie attività criminali: dalle estorsioni a carico di un commerciante di automobili aggravate dal metodo mafioso alla compravendita “all’ingrosso” di ingenti quantitativi di stupefacenti destinati al rifornimento delle numerose piazze di spaccio presenti nel capoluogo etneo e nell’hinterland catanese. E’ stato inoltre accertato il suo ruolo da “intermediario qualificato”, in virtù della sua caratura criminale e della piena conoscenza del mondo della micro-criminalità dedita ai furti di veicoli, per il ritrovamento di veicoli rubati a privati cittadini e restituiti con il metodo del “cavallo di ritorno”.

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