Torna a farsi sentire e vedere l’Etna con una fontana di lava, forte esplosioni e emissione di cenere lavica dal cratere di Sud-Est. Lo rileva l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, di Catania che registra un aumento dell’ampiezza del tremore, che raggiunge valori alti. L’attuale fase eruttiva del vulcano attivo più alto d’Europa, al momento, non impatta sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini.
Lo spettacolo delle fontane di lava
L’Ingv-Oe di Catania comunica che continua l’attività esplosiva ai crateri sommitali Sud-Est dell’Etna. La fase eruttiva ha prodotto due flussi lavici uno in direzione Valle del Bove e un altro in direzione Sud-Ovest, quest’ultimo ha circondato Monte Frumento Supino. I fronti dei flussi sono ancora attivi. Una copiosa caduta di cenere e lapilli ha interessato del versant Est del vulcano, come i comuni di Milo, Sant’Alfio, Giarre e Fornazzo. Rallentamenti per il precipitare di materiale piroclastico si sono registrati su tratti dell’autostrada Catania-Messina.
Danni e sindaci disperati
“Un disastro, sono avvilito e disperato”. E’ scoraggiato il sindaco di Milo, Alfio Cosentino, dinanzi al paesaggio lunare che gli riserva la piazza Belvedere, quella amata da Franco Battiato e Lucio Dalla, sommersa da un tappeto alto 5 cm di cenere vulcanica. Circa 7 kg per metro quadrato, caduti nello spazio di due ore, dalle 18 alle 20, dopo il nuovo risveglio dell’Etna e la ripresa dell’attività stromboliana del cratere di sud-est documentata dai bollettini INGV.
Il sindaco di Milo pronto a gesti eclatanti di protesta
“Come sindaco sono pronto anche a gesti eclatanti, se serve andrò dal Prefetto a consegnare la mia fascia tricolore. Questo della cenere dell’Etna, che si ripresenta da ormai sette mesi, è un problema insostenibile sia per noi amministratori che dobbiamo ripulire strade, piazze, il cimitero e i tetti degli edifici pubblici come le scuole, il municipio, sia per i privati che devono pure sostenere spese consistenti che intaccano i risparmi delle famiglie. Come Comune abbiamo impegnato e ancora non pagato alle ditte private circa 300mila euro, una cifra enorme per un comune di appena mille abitanti. Occorre che la Regione Siciliana, anche tramite la Protezione Civile, dia supporto alle comunità e alle amministrazioni. Perché se è vero che non si attiva lo stato di emergenza, riservato solo a terremoti, eruzioni e incendi, nessuno può negare che questo della cenere sia un’urgenza silenziosa, continua. Che crea enormi problemi anche alle produzioni agricole: agrumi, ortofrutta e viticoltura, che a Milo è la principale fonte di economia tanto che nei prossimi giorni abbiamo in programma la 41° ViniMilo, che alla cenere dedicherà anche un convegno, con Unict e Ingv, per studiarne i vantaggi in agricoltura. Ma adesso siamo in emergenza, occorre intervenire subito, perché da sindaco ho l’impegno civile e morale della salute pubblica e dell’incolumità dei cittadini, e la cenere per le strade provinciali, di competenza della Città Metropolitana, è anche un fattore di rischio per la viabilità. Abbiamo visto tanti proclami ma pochi risultati. Così non si può andare avanti”.
Musumeci chiede aiuto all’Ue
“Mentre ancora i boati del Vulcano, dove è in corso l’ennesimo evento parossistico, non si placano, sono già evidenti i danni enormi che lapilli e cenere stanno provocando. E domani sarà, di nuovo, conta dei danni. L’abbiamo detto e ripetuto: non si tratta di un fenomeno sporadico, questi “episodi” sono sempre più frequenti e non possono essere gestiti come occasionale emergenza. E’ necessario che la Protezione civile nazionale ed il governo di Roma facciamo un ulteriore sforzo finanziario e intervengano su Bruxelles affinché l’Unione europea riconosca finalmente questo fenomeno come calamità nazionale e autorizzi un Piano che ci consenta di dare risposte immediate e congrue a sindaci e cittadini, ancora oggi costretti da sette mesi ad affrontare una emergenza che è diventata routinaria”.
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