Nel corso dei servizi notturni di controllo del territorio, gli agenti delle volanti della questura di Catania, transitando per via Plebiscito hanno incrociato un’auto condotta da un uomo che, alla loro vista, ha accelerato bruscamente svoltando in via Garibaldi.

L’inseguimento

Insospettiti dalla manovra, i poliziotti hanno invertito il senso di marcia raggiungendo il fuggitivo in via Ittar. Qui, il cui conducente, resosi conto dell’impossibilità di sottrarsi al controllo, approfittando di un restringimento della sede stradale ha abbandonato il veicolo, scappando nelle vie limitrofe e dileguandosi grazie all’oscurità.

La fuga, però, è durata solo pochi minuti: è stato individuato da un’altra volante e fermato in via Acquicella. Nel frattempo, in via Ittar, i poliziotti hanno accertato che il blocchetto d’accensione dell’auto abbandonata era stato forzato con un cacciavite. Dalle successive verifiche è emerso, infatti, che la vettura era stata rubata poco prima. L’uomo fermato è risultato essere un pregiudicato catanese 26enne ed è stato denunciato per ricettazione. Al termine degli adempimenti di rito, l’auto è stata riconsegnata al proprietario.

Il furto d’auto nel Palermitano

Incastrati dalla polizia due malviventi nel Palermitano che avrebbero rubato un’auto e compiuto un’estorsione nei confronti del proprietario per la restituzione. Vicenda ricostruita sin dal furto avvenuto a Partinico anche se l’organizzazione pare che sia di Palermo. Le indagini proseguono per rintracciare eventuali complici.

L’arresto

La polizia ha arrestato due palermitani, accusati di estorsione in seguito al furto di un’auto. L’operazione si è materializzata a Palermo ed è stata portata avanti dai poliziotti del commissariato di Partinico perché proprio da questa cittadina della provincia era avvenuto il furto della vettura che aveva fatto da prologo ad una richiesta estorsiva.

La denuncia che ha fatto partire l’indagine

La vicenda nasce quando nei giorni scorsi il proprietario di una Fiat 500, residente a Partinico, aveva denunciato al locale commissariato il furto della sua vettura. Gli agenti erano consapevoli del fatto che questo tipo di furto rappresenti soltanto la prima parte di una più ampia azione criminale. Che per l’appunto sfocia anche in richieste estorsive, attraverso il sistema del cosiddetto “cavallo di ritorno”. Ecco perché erano iniziate meticolose serie di riscontri ed accertamenti su malviventi già coinvolti in passato in richieste estorsive.

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