Il comando provinciale della guardia di finanza di Catania, nell’ambito di un piano volto al contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale, nei giorni scorsi a Biancavilla e Misterbianco ha effettuato il sequestro di circa 400.000 giocattoli contraffatti e privi delle avvertenze previste dalla legislazione sulla sicurezza.

In particolare, i finanzieri della compagnia di Paternò, dopo aver individuato i alcuni giocattoli contraffatti presso un negozio di Biancavilla all’esito di un attento vaglio della merce in vendita, hanno ricostruito la filiera di distribuzione dei prodotti fino ad individuarne l’importatore presso un grande capannone gestito da persone di nazionalità cinese, ubicato a Misterbianco.

Giocattoli non conformi e con marchi contraffatti

Al termine dell’operazione, effettuata anche in vista dell’imminente arrivo del noto carnevale di Misterbianco, è stato sequestrato un ingente numero di giocattoli non conformi, privi del marchio CE o con tale marchio contraffatto, in violazione degli standard di sicurezza previsti dalla normativa Europea; recanti il marchio contraffatto di noti brand come Avenger, Barbie, Venom, Supreme, Bing, Fortnite e altri.

Denunciati i titolari

I titolari delle attività commerciali sono stati denunciati alla procura della repubblica di Catania per le violazioni di rilevanza penale in materia di sicurezza dei giocattoli e per i reati di contraffazione e frode nell’esercizio del commercio.

L’attività operativa compiuta sottolinea, ancora una volta, il ruolo primario della guardia di finanza nella tutela del mercato dei beni e servizi, contrastando la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza previsti dalla normativa dell’unione europea e nazionale, affinché gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza, promuovendo, al contempo, una protezione efficace dei consumatori.

Officine abusive e marchi contraffatti, sequestri e denunce nel Nisseno

Individuate e sequestrate in provincia di Caltanissetta 5 officine abusive, totalmente prive dei requisiti previsti dalle normative fiscali ed ambientali. Scoperti anche in esercizi commerciali ben 48.330 prodotti, tra apparecchi elettronici, giocattoli e indumenti, privi dei necessari requisiti di conformità e sicurezza. Mancavano le indicazioni di provenienza, in violazione del “Codice del consumo”, della speciale normativa di settore e delle norme a contrasto della contraffazione.

Il comando provinciale della guardia di finanza di Caltanissetta ha dato vita ad un mirato piano di contrasto dell’abusivismo commerciale e degli illeciti in materia di violazione del codice del consumo e della contraffazione dei marchi. Intensificate, nell’ultimo periodo, le attività di controllo su tutto il territorio della provincia, anche su input della locale prefettura. L’azione ispettiva eseguita dalle fiamme gialle del gruppo di Caltanissetta ed estesa sull’intera provincia. Il tutto mirato a garantire la sicurezza per i consumatori.

I proprietari delle officine denunciati alla Procura per non aver adottato le misure di sicurezza opportune per lo smaltimento dei liquidi e dei materiali nocivi.

Materiale frutto dello scarto da lavoro. Avviati anche mirati controlli finalizzati alla verifica delle posizioni dei lavoratori e degli obblighi di natura tributaria. Con riferimento alle ispezioni finalizzate alla verifica del rispetto degli obblighi dettati dal sempre dal “Codice del consumo”. Sottoposti a sequestro amministrativo numerosi prodotti privi delle istruzioni e avvertenze per l’uso, delle informazioni minime per il consumatore finale relative alla sicurezza, alla qualità, alla composizione e all’origine dei prodotti. Tutte caratteristiche ritenuti indispensabili per un corretto utilizzo in piena sicurezza. Mentre, per quanto concerne la contraffazione dei marchi, rinvenuti e sottoposti a sequestro numerosi capi di abbigliamento di noti brand della moda per violazione delle norme a tutela della proprietà industriale.

Per le violazioni riscontrate sono state elevate complessivamente sanzioni fino a 200 mila euro a carico dei responsabili.

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