Centinaia di Siciliani provenienti da tutta l’isola stanno partecipando al presidio indetto davanti alla base militare di Sigonella.
E ancora: “Condanniamo la scelta scellerata di aumentare la spesa militare in Italia, per l’anno in corso, a 26 miliardi a discapito della spesa ridotta e insufficiente per tutelare realmente la salute, per un’istruzione degna di questa nome (e non militarizzata) e per il lavoro garantito a tutte e a tutti”.
Proseguono gli attivisti del Movimento No Muos: “Questa ennesima guerra, una delle tante in corso ma forse più pericolosa delle altre, dimostra che i governi non hanno alcuna difficoltà a stanziare miliardi per gli armamenti e nessun interesse a tutelare i ceti popolari da rincari e povertà. Nessun controllo è in atto contro le speculazioni per le bollette e i carburanti; nessuna misura reale e tempestiva è in programma per le fasce più povere. Anzi, la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a portare le spese militari al 2% del Prodotto Interno lordo, così come chiede la NATO”.
Concludono gli attivisti: “Il Governo italiano, con le sue scelte scellerate contro i popoli, non sta lavorando per la pace ma per entrare in guerra, preannunciata negli ultimi anni dagli schieramenti di missili e armi da parte della NATO ai confini della Russia.
Il linguaggio utilizzato dai media, tranne alcune eccezioni, è già retorica di guerra.
Il movimento No MUOS e tutte le realtà resistenti presenti dicono NO a Sigonella e alle basi USA, NO alla NATO, No al MUOS e no alle guerre imperialiste”.
Il presidio ha deciso di muoversi in corteo in direzione della base superando i limiti imposti dalla Questura.
Una portavoce di Antudo dichiara: “La narrazione sulla guerra è egemonizzata dalla prospettiva degli stati. Oggi siamo in piazza per affermare chiaramente che è necessario più che mai riacquistare la prospettiva dei territori”. Lo striscione di Antudo recita ‘Indipendenza dei territori, contro le guerre imperialiste’ e la portavoce spiega: “Fuori dallo stato di guerra significa disfarsi delle basi militari (qui in Sicilia Sigonella, Niscemi e le altre postazioni Nato) che rappresentano e fanno le guerre. Oggi più che mai i popoli della terra si trovano davanti a due opzioni: o lottare per la propria indipendenza dagli Stati e dalle forme economiche che li sottendono, o precipitare nell’insieme di catastrofi che queste dannate creature in epoca capitalista stanno sprofondando il mondo”.