Un sistema affaristico diretto dallo studio Pogliese, alimentato da liquidatori prestanome e imprenditori, che provvedeva a fornire ‘un pacchetto di misure’ che avrebbe permesso di evadere imposte all’Erario per oltre 220 milioni di euro.

E’ quanto ritengono di aver portato alla luce gli investigatori della Guardia di Finanza di Catania che, coordinati dalla Procura, hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip nei confronti di 11 persone per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale plurima e reati tributari, anche in forma associata, favoreggiamento personale e reale.

Nove gli indagati nell’inchiesta ‘Pupi di pezza’, tra cui Antonio Pogliese, padre del sindaco di Catania, Salvo, che sono stati posti ai domiciliari. Due imprenditori sono stati invece ‘interdetti’ dall’esercizio di impresa per un anno. Il procuratore Carmelo Zuccaro, parlando dell’inchiesta, ha affermato che è emerso un “sistema perverso di sottrazione all’erario di somme di denaro ingenti in maniera sistematica”.

Secondo l’accusa, lo studio Pogliese avrebbe predisposto fittizi progetti di riorganizzazione aziendali straordinari o bilanci non veritieri. Lo studio, che così diventava formalmente l’intermediario per presentare le documentazioni fiscali all’Erario, avrebbe anche fornito un prestanome, privo di qualsiasi competenza tecnica, che diventava il liquidatore o l’amministratore degli ultimi momenti delle società prima che andassero in liquidazione.

Invece di presentare i libri contabili al Tribunale per dare inizio alle procedure concorsuali, si dava inizio alla liquidazione delle società, che venivano svuotate di tutti gli assetti positivi, fatti transitare in altre società che ripartivano con gli stessi amministratori che le avevano gestite.

I NOMI DI TUTTI I COINVOLTI E DI IMPRESE E MARCHI BENEFICIARI

L’indagine ha preso spunto dall’invio alla Guardia di finanza di Catania nel 2011 da parte di Riscossione Sicilia di un elenco di contribuenti che risultavano evasori di grosse somme denaro.

“Sono dispiaciuto e amareggiato per la vicenda giudiziaria che investe mio padre per la sua attività professionale, nota e apprezzata a Catania e in Sicilia” scrive sulla sua pagina facebook il sindaco di Catania Salvo Pogliese -. Per antica tradizione familiare e culturale, ho sempre riposto la massima fiducia nella magistratura a cui è rimessa ogni valutazione sulle accuse mosse. Con altrettanta convinzione sono sicuro che mio padre, di cui ho sempre ammirato l’adamantina condotta di professionista e di genitore, saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati, riguardanti lo svolgimento di alcuni incarichi di consulenza dello studio professionale che dirige da cinquanta anni senza che alcuna ombra ne abbia mai offuscato l’operato”.

 

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