I tossicodipendenti che avevano il reddito di cittadinanza dovevano lasciare la loro carta in permuta. Altrimenti non avrebbero avuto la dose. E’ il retroscena che emerge dall’operazione “Testuggine” scattata all’alba nel catanese e che ha portato ad 8 arresti. A capo del vertice dell’organizzazione c’erano Mario e Ignazio Giovanni Tomaselli, padre e figlio che gestivano una bancarella al mercato delle pulci. E per alimentarla era stato messo in piedi un business fiorente tra droga, armi e vari furti. Ignazio Giovanni, una volta arrestato, dal carcere riusciva anche a dialogare col telefono.

Gli incassi dei furti

Il provento dei furti sarebbe servito per alimentare la bancarella installata nel famoso “mercato delle pulci” di Catania gestita da Mario Tomaselli, padre di Ignazio Giovanni. In particolare gli indagati, per ottenere dall’ambulante della sostanza stupefacente o semplicemente per entrare nelle sue grazie, sarebbero stati soliti procacciare specie di volatili protetti ed anche ornamenti comunali, quest’ultimi sottratti alla municipalità di San Pietro Clarenza e che sono stati successivamente utilizzati dagli indagati per abbellire un complesso popolare di via Adone, nel quartiere di San Giovanni Galermo di Catania.

I dialoghi dal carcere

A venire fuori che nonostante fosse in carcere Ignazio Giovanni Tomaselli riusciva comunque ancora a dialogare con i suoi complici che gli caldeggiavano quali tipi di furti commettere. Una volta fuori dal carcere la comunque ai domiciliari, sempre Tomaselli avrebbe gestito da casa sua, con il supporto del padre Mario e della moglie a gestire una fiorente attività di spaccio di cocaina, con un introito medio di circa 300 euro giornalieri, attraverso cessioni effettuate dal proprio balcone. In alcuni casi, a garanzia del debito scaturito dalle cessioni della sostanza stupefacente, Tomaselli avrebbe trattenuto la carta del reddito di cittadinanza o la postepay dell’acquirente da cui, a titolo di penale dovuta al ritardo nei pagamenti, avrebbe prelevato indebitamente somme di denaro. Nel corso dell’attività, tra la copiosa refurtiva recuperata, spiccano anche alcune tartarughe di terra, da qui la denominazione dell’operazione “Testuggine”, il rinvenimento di un fucile calibro 12 e di un piccolo quantitativo di droga tipo cocaina e marijuana pari a circa 3 chili e mezzo. Il Gip ha disposto la custodia in carcere per quattro indagati e l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per altri quattro.

I nomi degli arrestati

Oltre a Mario e Ignazio Giovanni Tomasello altri 6 sono stati arrestati. Si tratta di Roberto Caponetto, 39 anni, e Dario Natale Ruberto, 32 anni, entrambi finiti in carcere. Gli altri 4 vanno ai domiciliari e sono  Carmelo Fabrizio Aiello, 37 anni, Manolo Caponetto, 39 anni, Gianluca D’Amico, 35 anni, e Nunzio Putrino, anche lui 35enne. Le accuse, a vario titolo, sono furto, ricettazione, estorsione, detenzione illegale di armi da fuoco e spaccio di sostanze stupefacenti.

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