“Questa pesantezza dell’azione della Procura non escluderei che possano fare un monitoraggio: la cosa più pericolosa è questa anche perché se lo fanno non lo fanno su Virgillito (liquidatore fiduciario dello studio, ndr), che lo considerano un ‘pupo di pezza’, magari loro lo fanno per colpire qualcun’altro”.

Così Antonio Pogliese, titolare dell’omonimo e noto studio di economia e finanza, parla al telefono con uno dei suoi associati, Michele Catania, entrambi agli arresti domiciliari per associazione per delinquere, bancarotta e evasione fiscale. I due sono intercettati dalla Guardia di finanza che ha indagato, coordinata dalla Procura. E dall’audio della conversazione nasce il nome dato all’operazione ‘Pupi di pezza‘.

In un’altra intercettazione Pogliese parla con Concetta ‘Stefania’ Galifi, amministratrice della ‘Prima trasporti srl’ anche lei ai domiciliari, e parlando di problemi societari, afferma : “dopo alcuni mesi è uscito il cadavere…Allora il dottore Catania (associato dello studio Pogliese, ndr) non c’era perché c’era un altro… questo cadavere mica più tempo passa e poi si sistema da solo..”. “Il mio disegno – spiega il professionista all’imprenditrice – era mettiamola in liquidazione e la cancellata cancelliamo.. con il senno di poi.. Il mio disegno era di cancellarla nel 2015 .. Allora questo rischio della Procura non c’era perché la legge fallimentare e del 42 no? Non abbiamo stimato il rischio della Procura – osserva Pogliese – perché allora non era stimabile…”.

“Noi siamo ben lieti che loro adesso considerano la Procura di Catania come un rischio professionale per quello che devono svolgere. Parlano di ‘Procura’ ma è il sistema giudiziario che sta rispondendo grazie ai giudici, ai pm e agli investigatori” commenta l’intercettazione il Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro. “Chi gestisce in maniera illecita determinate attività – ha aggiunto – ha oggi ragione di temere che l’autorità giudiziaria e gli investigatori non lascino impunite quelle che sono attività di una gravita immensa per il danno sociale che arrecano”.

“Lo studio non è oggetto di sequestro” ha comunque precisato il Procuratore. “Lo studio Pogliese – hanno aggiunto dal canto loro gli investigatori – dalle indagini emerge come intermediario abilitato alla trasmissione delle dichiarazioni. Questo è il compito formale. Ci aspettiamo ovviamente di trovare dei compensi”.

“Le investigazioni in realtà evidenziano un contributo di consulenze – hanno aggiunto – che chiaramente non è pari all’incarico formale. Oltre a questo, tra gli altri incarichi formali vi sono attribuzione di incarichi in collegi sindacali, per i quali ovviamente ci sono dei compensi”.

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