Muri anneriti, odore acre di fumo, un mucchietto di cenere e l’impianto elettrico in tilt.

La notte scorsa qualcuno si è introdotto forzando la porta di ingresso di Porta Garibaldi, uno dei monumenti più cari ai catanesi e ha dato fuoco a giornali e cartoni. L’incendio è divampato nel piccolo locale, fortunatamente quasi del tutto spoglio, usato dall’associazione Acquedotte per i laboratori con i ragazzi del quartiere.

Le fiamme sono state prontamente spente dai vigili del fuoco evitando che l’incendio facesse ulteriori danni all’arco trionfale settecentesco da alcuni anni al centro dell’impegno dell’associazione Acquedotte che vuole portare avanti un progetto di valorizzazione del monumento in cui si identifica un intero quartiere, il Fortino.

Ma mentre si moltiplicano gli sforzi dei volontari per reperire i fondi necessari al restauro della Porta, l’ennesimo raid vuole vanificare ogni tentativo di riqualificazione dell’intera zona, mortificata quotidianamente da atti vandalici, episodi di violenza, comportamenti in dispregio di qualsiasi elementare regola di convivenza civile.

Si legge in una nota dell’associazione: “Motorini che sfrecciano a tutta velocità, rifiuti abbandonati, il monumento trasformato in pubblico orinatoio, scritte spray cancellate che puntualmente riappaiono: questo è lo scenario che appare a chi risale la via Garibaldi per ammirare da vicino l’antica porta d’ingresso alla città. Uno spettacolo che adesso può solo suscitare indignazione e vergogna soprattutto tra i tanti catanesi che hanno a cuore il patrimonio storico e culturale della città. Quei cittadini che hanno risposto con entusiasmo alla campagna per “I Luoghi del cuore” FAI votando in 14mila il monumento.

Quattordicimila sì contro i soliti “quattro” che distruggono, contro l’ennesimo atto vandalico, se non peggio, intimidazione, da parte di chi non vuole che Porta Garibaldi diventi quello che dovrebbe essere da sempre: PATRIMONIO DI TUTTI!

I concetti di centralità, inclusione, e cura del bene pubblico a cui l’associazione Acquedotte ispira il suo lavoro si infrangono contro il muro di chi vuole che le cose non cambino mai, di chi confonde il concetto di riappropriarsi del territorio da parte di una comunità con quello di “ccà cumannu iu”.
Evidentemente a qualcuno dà fastidio l’impegno, la nuova attenzione portata al Fortino, la voglia di ridare centralità al quartiere.

Telecamere di sorveglianza, vigilanza da parte delle forze dell’ordine, presenza dello Stato, qualcosa è stato fatto, molto resta da fare.
L’associazione Acquedotte chiede adesso una presa di responsabilità da parte di tutti, cittadini e istituzioni”.

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