Arrestato un 26enne a Riposto, nel Catanese, per estorsione e maltrattamenti nei confronti dei genitori. Una spirale di violenza che andava avanti da mesi a cui hanno messo fine i carabinieri con l’arresto del giovane. La famiglia era caduta nella disperazione con il conto corrente prosciugato e il terrore di dover fronteggiare la furia quotidiana del giovane che era arrivato a minacciare persino di morte i propri genitori se non gli avessero consegnato i soldi che gli servivano per comprare la droga.

Indagini fanno luce sulle violenze

A chiedere ottenere l’arresto è stata la Procura distrettuale della Repubblica di Catania a conclusione di una serie di indagini che avevano riguardato il giovane portate avanti dai carabinieri. Ad emettere il provvedimento è stato il Gip del tribunale di Catania che ha condiviso la ricostruzione investigativa dei militari dell’arma. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sulle condotte violente abituali e reiterate, poste in essere dal giovane nei confronti di entrambi i genitori.

Il Gip: “Vessazioni e minacce continue”

“Comportamenti ininterrottamente vessatori e minacciosi – scrive il Gip nel suo provvedimento di autorizzazione all’arresto – che, ledendo l’integrità morale e infliggendo sofferenze ai genitori, miravano ad ottenere quotidianamente somme di denaro di un importo variabile dai 40-50 euro ai 100 euro”. Entrambi i genitori, completamente annichiliti, sarebbero divenuti ostaggio dei repentini cambi di umore del figlio e delle sue minacce.

“La galera per voi non me la voglio fare”

Minacce che alla fine consistevano nel minare essenzialmente lo stato d’animo dei due coniugi, provando a fare leva sui loro presunti “sensi di colpa”. Il giovane gli ripeteva: “Devo morire a 30 anni a causa vostra perché uso droga… Se no vi devo ammazzare per risolvere questo problema… Ma onestamente 30 anni di galera per avere ammazzato padre e madre non me li voglio fare…”.

La spirale della violenza

Un rapporto burrascoso che culminava nella violenza. Sono stati documenti episodi di danneggiamento di arredi e suppellettili di casa per rappresaglia alle resistenze dei genitori nell’elargire il denaro richiesto. Il 26enne aveva dei continui impeti violenti e in più occasione li avrebbe fisicamente afferrati dalle braccia, costringendoli ad indietreggiare in un angolo della stanza. Dal mese di maggio dello scorso anno le quotidiane richieste estorsive di denaro sono state accontentate dai genitori terrorizzati. Padre e madre, entrambi pensionati, costretti a dare completamente fondo ai propri risparmi.

Sul lastrico

Proprio le difficoltà economiche che cominciavano a farsi pressanti in famiglia avrebbero indotto i coniugi a cercare di aumentare la resistenza alle richieste di denaro del figlio che, a sua volta, avrebbe accentuato la sua violenza, fisica e psicologica con l’obiettivo di piegare la volontà dei propri genitori. Il clima familiare sarebbe così divenuto insostenibile per la posizione di prevaricante supremazia assunta dal 26enne che con minacce, bestemmie irripetibili ed offese insopportabili nei confronti di madre e padre, li avrebbe completamente sottomessi fisicamente e psicologicamente, inducendoli a temere costantemente per la propria incolumità.

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