Una lettera contenente minacce di morte è stata recapitata a Pino Spinelli, 50 anni, sindaco di Calamonaci, piccolo comune dell’Agrigentino di circa 1.200 abitanti. Il plico (non affrancato) è stato ritrovato da un messo comunale proprio all’ingresso del palazzo municipale.
La busta consegnata ai carabinieri, la Procura di Sciacca ha aperto un’indagine
Spinelli ha immediatamente consegnato la busta alla locale stazione dei carabinieri. La Procura della Repubblica di Sciacca ha aperto un’indagine nel tentativo di risalire agli autori della grave intimidazione.
Il mandato di Spinelli scadrà il prossimo anno
Spinelli, che lavora come infermiere all’ospedale di Ribera, è al primo mandato da sindaco, che scadrà nel 2023.
La solidarietà dell’Anci Sicilia
“Esprimiamo la nostra solidarietà al sindaco di Calamonaci, Pino Spinelli destinatario, in queste ore, di una missiva contenente minacce di morte e auspichiamo che questo nuovo inquietante episodio, perpetrato ai danni di chi è al servizio della comunità, diventi occasione per una profonda riflessione sul ripetersi di questi pericolosi fenomeni e sul problema della sicurezza degli amministratori pubblici.” Questa la dichiarazione di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia.
“Riteniamo che episodi come questi siano inaccettabili e siamo certi che in nessun modo interferiranno sull’operato del sindaco Spinelli- aggiungono Orlando e Alvano – e ci auguriamo che magistratura e forze dell’ordine facciano al più presto luce su quanto avvenuto”.
Lo scorso ottobre lettera con minacce di morte al sindaco di Comiso
E purtroppo non è la prima volta che in Sicilia un amministratore viene minacciato di morte. A fine ottobre dello scorso anno, una lettera con minacce di morte è stata recapitata al sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari. E’ stata lei stessa a diffonderla, svelandone il contenuto in cui l’autore la prende di mira per le imposte.
“Ci stai uccidendo con queste tasse altissime”
“Ci stai uccidendo con queste tasse altissime, se non le diminuisci ti uccidiamo” scrive il latore della lettera che prosegue con insulti ed altre minacce di morte, “ti diamo in pasto ai maiali”. La vicenda è ora nelle mani dei magistrati della Procura di Ragusa, dopo la denuncia del sindaco: è stata aperta un’inchiesta finalizzata all’identificazione del responsabile che ha utilizzato un foglio protocollo a righe ed una penna.
Intimidazione al sindaco di Naro
E c’è anche un caso più recente. Uno scritto con offese e minacce, ma anche un fazzoletto inzuppato di sangue. È l’intimidazione inviata al sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara. Un avvertimento che è arrivato, a fine aprile di quest’anno, in una busta, all’ufficio Protocollo del Municipio del comune dell’Agrigentino.
Il sindaco ha formalizzato la denuncia a carico di ignoti
L’impiegato che l’ha aperta è stato colto da malore. Maria Grazia Brandara ha formalizzato denuncia, a carico di ignoti, alla stazione dei carabinieri di Naro ed ha anche segnalato l’accaduto al consiglio comunale del paese.
Nel corso degli anni diversi messaggi intimidatori
Il sindaco di Naro, nel corso degli anni, ha ricevuto diversi messaggi intimidatori: lettere, proiettili e anche la foto di una bara. Nel 2017 le venne assegnata – su decisione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – la tutela di una pattuglia della polizia. Era allora commissario straordinario del Comune di Licata.
”Rischiati a toccare le nostre case e sei morta, ti sgozziamo via, fai una sola cosa contro di noi e ti scanniamo. Ti seguiamo e ti controlliamo a vista”. Questo era l’inizio del messaggio intimidatorio, che si chiudeva con la foto di una cassa da morto vuota, arrivato a Brandara, che era stata nominata dopo le dimissioni del sindaco antiabusivismo di Licata nell’Agrigentino Angelo Cambiano, sfiduciato dal consiglio comunale. Anche quando era stata, in precedenza, sindaco di Naro, dopo molteplici e pesanti minacce ricevute, le era stata assegnata una vigilanza radiocollegata.
Tra le minacce anche due proiettili di fucile
Nel luglio del 2016, invece, le venne recapitata – mentre era commissario straordinario dell’Irsap – negli uffici dell’Asi di Agrigento, una busta con minacce ed offese e due proiettili di fucile. Nel novembre del 2013 quando Maria Grazia Branda, presidente del consorzio per la legalità e lo sviluppo dell’Agrigentino, ricevette un’altra lettera intimidatoria. Nella missiva, allora, c’era scritto, “Ora basta! Siamo solo all’inizio”.
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