Aumentano le adesioni all’iniziativa di protesta a Catania sulla vicenda dei cosiddetti “sbarchi dei migranti selettivi”. E’ in fase di applicazione il decreto del nuovo governo che prevede una ispezione sanitaria per individuare fragili, donne e bambini, i soli ai quali è permesso di sbarcare.

L’adesione dell’Auser

L’Auser Sicilia aderisce al sit in indetto dalla Cgil per domani, mercoledì 9 novembre, alle 17 nel porto di Catania e ci sarà con le proprie bandiere. “E’ inammissibile – dichiara Giorgio Scirpa, presidente regionale di Auser Sicilia – quanto sta accadendo in quel porto, dove palesemente si sta consumando una violazione dei diritti umani attraverso la selezione arbitraria dei migranti, soccorsi e salvati dalle navi delle Ong”.

Violazione dei diritti dell’uomo

Appena ieri in 144 hanno lasciato Humanity 1, ma 35 sono rimasti a bordo. Dalla Geo Barent, nave di soccorso di Medici Senza Frontiere, sono state fatte sbarcare 357 persone, mentre restano a bordo in 215. Ma lo scontro è su chi non può scendere, come prevede il decreto del governo sui flussi migratori. Il livello di tensione è altissimo. “Siamo di fronte a scelte indegne di un paese europeo civile e democratico – ha aggiunto Scirpa – occorre far scendere dalle navi tutti i migranti e non solo quelli che versano in precarie condizioni perché, com’è stato ribadito più volte,  i cosiddetti ‘respingimenti in mare’ e i porti chiusi violano la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo”.

Ancora umiliazioni

Secondo l’Auser questo trattamento è “disumano” perché si è in presenza di persone che fuggono da guerre, carestie e povertà dalla cui responsabilità nessuno si potrebbe ritenere del tutto estraneo: “A loro – dice ancora il presidente Auser – infliggiamo anche questa ulteriore inaccettabile umiliazione che serve solo ad alimentare una becera propaganda politica che serve ad accreditare una versione muscolare del nuovo governo. L’Auser Sicilia, insieme ai suoi volontari, come nel  passato, starà dalla parte dei deboli e sarà sempre a disposizione affinché siano garantiti, ad ogni essere umano la dignità e la solidarietà senza i quali una civiltà non può dirsi tale”.

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