Approderà domani a Catania la nave Phoenix della ong Moas con bordo 394 persone soccorse su tre natanti. Sull’imbarcazione c’è anche “il cadavere di un ragazzo con una ferita da arma da fuoco. Testimoni ci hanno detto che è stato ucciso a colpi di pistola perchè non ha voluto dare il suo cappellino da baseball ad un trafficante”.

A riferirlo è  Regina Catrambone, fondatrice del Moas insieme al marito Christopher, che è stata intervistata dal programma ‘Restate Scomodi’, su Radio 1. Nel corso della trasmissione la donna si detta disponibile ad incontrare il procuratore di Catania, “Non ho mai avuto il piacere di guardare in faccia il signor Zuccaro. Domani arriveremo a Catania e se ci sarà sarò felicissima di incontrarlo” ha detto.

“Io – ha spiegato Catrambone – non ho mai ricevuto nessuna informazione dal procuratore. Quando riceveremo comunicazioni risponderemo a tutte le domande che lui ci vorrà fare. Veniamo accusati di essere dei trafficanti di persone: è un’accusa gravissima a livello umano e personale. Con quali prove? Si sta cercando di criminalizzare la solidarietà e la misericordia. Nemmeno un anno è passato da quando il Papa ha chiuso il Giubileo della Misericordia. Dov’è la misericordia per le persone che ho sulla nave?”

Proprio stamani a Catania è approdato una imbarcazione di Save the children che trasportava i corpi di sei migranti recuperati nei giorni scorsi nel mare Mediterraneo.

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