Tirocini formativi e stage presso le soprintendenze, i parchi archeologici regionali e i musei per consolidare la formazione dei giovani archeologi ed attivare progetti di ricerca in un ambito di studio caratterizzato da alta competenza scientifica e da innovazione metodologica. In questa ottica è stato sottoscritto un accordo quadro per rinsaldare la collaborazione per l’approfondimento dei programmi di ricerca in materia di valorizzazione del patrimonio archeologico regionale. Il patto sancito tra l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, e il rettore dell’università degli studi di Catania, Francesco Priolo, per la scuola di specializzazione in Beni archeologici diretta da Daniele Malfitana nell’ambito del Dipartimento di Scienze umanistiche.

Le competenze sul campo

Grazie al partenariato i giovani archeologi siciliani potranno verificare sul campo le competenze acquisite sperimentando le metodologie di indagine applicate ai diversi contesti territoriali direttamente presso le strutture che hanno il compito di vigilare sui beni culturali e valorizzarli. “La Regione siciliana – sottolinea l’assessore Samonà – ha un patrimonio di beni archeologici e culturali ineguagliabile. Mettere a disposizione degli studenti questo potenziale e inserire, al contempo, nuove conoscenze e tecniche di analisi costituisce un’importante opportunità per formare nuove professionalità e trasferire metodologie, competenze e processi reciprocamente posseduti. Una collaborazione orientata all’innovazione che crea anche i presupposti per un ricambio generazionale tanto necessario nella gestione dei beni culturali”.

La formazione “on the job”

“‘Imparare facendo’ è certamente uno dei sistemi di apprendimento più efficaci – commenta il rettore Francesco Priolo -. La formazione ‘on the job’ consente ai nostri specializzandi in archeologia di misurarsi con la storia e al tempo stesso con la ricerca, trasformando in abilità operative le nozioni apprese in aula e toccando con mano quello che potrebbe essere il loro futuro, portando in dote ai loro ‘tutor’ la loro freschezza e il loro entusiasmo, insieme con la predisposizione verso le più recenti tecniche metodologiche e scientifiche interdisciplinari”.

Unica esperienza questa scuola di specializzazione

“La scuola di specializzazione in beni archeologici è l’unica scuola dei quattro atenei siciliani – dichiara Daniele Malfitana, direttore della scuola -. È, quindi, davvero molto significativo che l’assessorato regionale dei Beni culturali la riconosca come punto di riferimento nevralgico per le politiche di programmazione di ricerche congiunte in accordo con i loro istituti, accettando di dare piena ospitalità ai nostri allievi all’interno di soprintendenze, parchi, musei. Già da quest’anno la scuola – continua Malfitana – ha coinvolto nella docenza seminariale tanti funzionari di Soprintendenze, Musei e Parchi archeologici per far conoscere agli allievi gli aspetti moderni della ricerca archeologica, dalla vincolistica alla preventiva, che i futuri specializzandi dovranno praticare, anche in forma imprenditoriale, appena usciti dalla Scuola catanese. Lavoriamo per costruire dei veri e propri “policlinici dell’archeologia” dove i nostri specializzandi operino non solo nelle università ma soprattutto dentro le strutture della tutela e della valorizzazione del sistema culturale siciliano”.

Workshop e convegni

Grazie all’accordo verranno realizzati workshop, seminari e convegni inerenti l’archeologia in Sicilia, oltre alla realizzazione di progetti editoriali mirati e ad iniziative di internazionalizzazione delle attività di ricerca e studio.

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