Cinque studenti avrebbero chiesto di trasferirsi dalla facoltà romena, con sede a Enna, Dunarea de Jo di Galati  alle facoltà di Messina  e Catanzaro.  

Insomma non sembra destinata a chiudersi una vicenda che è sfociata, dapprima in una diffida del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, in un’inchiesta della Procura e nel sequestro dei locali messa a disposizione dall’ospedale di Enna. L’ultimo capitolo di questa vicenda che vede protagonisti Miur da una parte e Fondazione Proserpina dall’altra, con il suo amministratore dal nome non poco ingombrante di Vladimiro Crisafulli, la racconta Madonie Notizie.

Le richieste dei trasferimenti riaccendono i riflettori su quelle che erano le motivazioni del fronte del “no”, ovvero evitare  l’aggiramento delle regole presenti nel nostro ordinamento con particolare riferimento alle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e in professioni sanitarie che prevedono rigorose procedure selettive. Aggiramento che di fatto sembrerebbe consumarsi,

Il Tribunale di Caltanissetta ha riconosciuto la validità dei corsi ma comunque qualsiasi attestato di laurea rilasciato dall’ateneo romeno non potrà avere validità, perchè ogni università deve essere comunque accreditata presso il Miur.

Le controversie hanno alla base il fatto che è proprio l’ ordinamento italiano a non prevedere, almeno allo stato attuale, disposizioni tali da precludere agli studenti comunitari il trasferimento ad anni successivi al primo presso Atenei italiani, seppur a “numero chiuso”, senza necessità di espletare alcun test preselettivo, neppur quando nelle Università di provenienza non sia previsto un test iniziale di accesso. Quindi il vuoto legislativo rischia di creare un contenzioso alla cieca.

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