La terza stella Michelin per Antonino Cannavacciuolo è un risultato che inorgoglisce tutta l’Italia del food. Ma a Palermo c’è chi ha esultato con gioia e commozione. E’ Gianvito Gaglio, chef dei “Giardini del Massimo”. Il giovane “cuoco” – perchè lui ama definirsi così – originario di Cinisi con il grande Antonino ha condiviso quattro anni nel segno del rigore, della crescita professionale e di una nuova visione della cucina. A Talk Sicilia, Gaglio ha così celebrato il suo maestro.

“Chef Cannavacciuolo sembra burbero ma ha un cuore enorme”

“La terza stella Michelin è il sogno di una vita. L’obiettivo di ogni chef di cucina, quindi, per chi ha la terza stella Michelin, l’ultimo obiettivo da raggiungere è essere acclamato come il migliore al mondo”, racconta Gaglio a Talk Sicilia.   Per quattro anni Gaglio ha lavorato a Villa Crespi, il tempio della cucina italiana. “Cannavacciuolo è una persona molto esigente, ma ha anche un grandissimo cuore.  E’ stato ed è anche un maestro di vita. Oltre agli insegnamenti di cucina, chef Antonino e il suo staff hanno elargito insegnamenti di crescita professionale e umana”.

Quattro anni a Villa Crespi sotto la guida di Cannavacciuolo

Gianvito entra a Villa Crespi come stagista dopo aver studiato da Alma, la scuola internazionale di cucina italiana in provincia di Parma, una vera e propria accademia. Il primo giorno a Villa Crespi incontra Cannavacciuolo: “E tu chi sei?”, la frase lanciata dallo chef al giovane siciliano appena arrivato ai margini della brigata. Quei quattro anni sono passati in un lampo e hanno cambiato per sempre la visione di Gaglio.

“Quando sono andato via Chef Cannavacciuolo era un po’ commosso: sapevo che stavo tornando a casa e credo che un po’ si sia rivisto in me”, racconta Gaglio. “La storia di Cannavacciuolo – spiega il giovane chef siciliano – è il paradigma del mondo della cucina. Suo papà era professore ed anche cuoco. Lui ha iniziato a lavorare in cucina sin da piccolo. Si comincia dal basso, le scorciatoie non esistono. E’ vero che si comincia dal pelare le patate”.

Gaglio continua così il racconto del suo Maestro: “Con coraggio e passione è arrivato nella cucina del Quisisana di Capri, dove all’epoca c’era Gualtiero Marchesi, lo chef che ha proiettato la cucina italiana in una dimensione moderna e internazionale. Poi ha fatto esperienza in Francia, una tappa fondamentale per comprendere cosa significhi cucinare ad altissimo livello”.

Essere chef significa anche essere dei manager

Impegno, passione e sacrificio, dunque: ecco le semplici e mai banali regole del successo. Cannavacciuolo è arrivato nell’Olimpo mondiale. “Se lo merita tutto”, continua l’allievo Gaglio, che aggiunge: “grazie a lui ho imparato anche a vedere la cucina in una gestione manageriale. Attenzione al food cost, lotta agli sprechi e soprattutto grande attenzione alle materie prime del territorio“.

Ai “Giardini del Massimo” per creare una sinfonia unica

Da allievo di Cannavacciuolo a VIlla Crespi, oggi Gaglio è tornato in Sicilia entrando dalla porta principale. Dalla splendida Villa Crespi ai Giardini del Teatro Massimo, il cuore di Palermo, simbolo di arte e cultura ed oggi anche scrigno del meglio che la Sicilia può offrire a livello culinario. “Arte, cultura e cucina fanno parte di un’unica sinfonia. E se questa sinfonia si suona a Palermo come posso non essere felice?”

La versione integrale della puntata di Talk Sicilia

La versione podcast della puntata di Talk Sicilia

Articoli correlati