Secondo il rapporto annuale 2021, pubblicato da Banca d’Italia venerdì scorso, l’economia siciliana è tornata a crescere, soprattutto nei settori dell’industria, dell’export e delle costruzioni, trainando anche l’occupazione.

Complice il calo dei contagi e l’allentamento delle misure restrittive, nell’isola si è registrata una generale ripresa dell’economia, un lieve miglioramento dei livelli occupazionali e un aumento dei consumi delle famiglie siciliane, anche se su questi si allunga l’ombra del caro energia.

Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) della Banca d’Italia rispetto al 2020 il prodotto regionale sarebbe aumentato del 5,7 %, con una crescita inferiore rispetto al resto del paese (6,6%) e ai livelli pre-pandemia (tre punti percentuali in meno rispetto al 2019).

In Sicilia 6000 posti di lavoro in più

Dal punto di vista lavorativo la ripresa dell’economia siciliana ha favorito un incremento dell’occupazione, una riduzione del ricorso agli strumenti di integrazione salariale e una maggiore partecipazione al mercato del lavoro.

Se nel 2020 l’occupazione era scesa del 2,7%, secondo il report della Banca d’Italia nel 2021 si è registrato un rialzo dello 0,4%, con 6.000 posti di lavoro in più. Siamo però ancora ben lontani dal recupero dei livelli pre-covid. Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2020, l’aumento era stato, infatti, di 36mila posti di lavoro.

Nel 2021 le nuove assunzioni nel settore privato, al netto delle cessazioni, sono tornate positive per i contratti a tempo determinato, si è rafforzata la crescita anche per quelle a tempo indeterminato, ma sono anche aumentati i licenziamenti.

Dall’analisi è poi emerso un aumento dell’occupazione degli autonomi e un progressivo invecchiamento della popolazione, condizionato in Sicilia anche dagli intensi flussi migratori verso altre aree del Paese.

Lavoro femminile: resta alto il gap di genere

Come ha sottolineato Antonio Lo Nardo, titolare divisione analisi e ricerca economica di Banca Italia, in occasione della presentazione del rapporto annuale della Banca d’Italia, “l’aumento dell’occupazione” riguarderebbe però “un po’ più gli uomini”, che le donne.

Se da un lato è cresciuta la partecipazione al mercato del lavoro, dall’altro il gap tra uomini e donne in Sicilia, drammaticamente acuito dalla pandemia, continua a restare elevato.

Nonostante si siano registrati dei lievi miglioramenti, le donne faticano ad inserirsi nel mercato lavorativo, lasciano l’impiego dopo la nascita di un figlio, percepiscono salari più bassi rispetto ai colleghi uomini e difficilmente riescono ad accedere a posizioni di potere.

Il quadro tracciato da Banca d’Italia mostra una regione in lenta ripresa, che mentre cerca di reagire al Covid, si scontra con il caro energia e lascia ancora una volta indietro le donne.

Ecco perché occorre, come ha sottolineato qualche settimana fa Elvira Morana, responsabile Cgil per le politiche di genere, in occasione dell’assemblea regionale delle delegate Cgil, realizzare “un piano straordinario per l’occupazione femminile”, utilizzando al meglio le risorse dei bandi del PNRR.

 

 

 

 

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