Ancora morti sul lavoro nell’isola. Nella Regione con solo 63 ispettori contro i 500 necessari, l’Osservatorio sulla Sicurezza sul Lavoro della società Vega Engineering traccia un quadro impietoso. La Sicilia si piazza nona con 22 morti sul lavoro nel primo semestre 2022 (gennaio-giugno 2022), a pari merito con la Puglia, entrambe in zona arancione per rischio infortunistico.
L’osservatorio ha, infatti, elaborato una zonizzazione a colori, una elaborazione grafica, che dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo una scala di colori (rosso: incidenza infortunistica superiore al 125% della media nazionale; arancione: incidenza compresa tra la media nazionale e il 125% della media nazionale; giallo: incidenza tra il 75% e la media nazionale; bianco: incidenza inferiore al 75% della media nazionale).
Secondo i dati ufficiali dello studio Vega, aggiornati al 30 giugno, l’indice di incidenza sugli occupati nella nostra regione sarebbe del 16,8%, il 6,8% sul totale degli occupati all’anno nell’isola (1.310.864).
I dati statistici dello studio tengono in considerazione solo gli infortuni mortali, con l’esclusione degli infortuni in itinere.
I dati per provincia
Al primo posto in Sicilia per infortuni mortali c’è Caltanissetta con 2 decessi su 63232 occupati, che si piazza al 15° posto nella classifica nazionale con un tasso di incidenza del 31,6%. A seguire ci sono Siracusa al 20° posto con 3 morti su 108304 occupati e un tasso di incidenza del 27,7% e Trapani al 21° posto con 3 morti su 115918 occupati e un tasso di incidenza del 25,9%.
Subito dopo c’è Catania al 22° posto con 7 morti su 276812 occupati e un tasso di incidenza del 25,3% e poi ancora Enna al 31° posto con 1 morto su 45562 occupati e un tasso di incidenza del 21,9%.
Nella parte bassa della classifica troviamo, invece, Palermo al 71° posto con 3 morti su 318673 occupati (incidenza del 9,4%), Agrigento al 72° posto con 1 morto su 109209 occupati (incidenza del 9,2%), Ragusa al 73° posto con 1 morto su 110500 occupati (incidenza del 9%) e infine Messina al 83° posto con 1 morto su 162655 occupati (incidenza del 6,1%).
Si torna ai livelli pre-pandemia
Secondo la triste proiezione dell’Osservatorio nel primo semestre 2022 le morti sul lavoro nel nostro Paese sarebbero aumentate in Italia del 164% e il decremento del 13,9% sarebbe solo apparente perché “contaminato” dai numerosi decessi per Covid dell’anno precedente (367 su un totale di 538), che quest’anno sono pressocché assenti (solo 11 su 463). I decessi “non covid” sono, infatti, passati da 171 a 452.
Si torna dunque ai numeri già visti prima della pandemia, come se nulla fosse cambiato e nulla fosse stato fatto in termini di sicurezza sul lavoro.
Nei primi sei mesi del 2022 sul podio dell’insicurezza si staglia la Lombardia con 52 decessi, seguita dal Veneto (33), Emilia-Romagna (31), Lazio (30), Toscana (29), Piemonte (28) e Campania (24). In coda alla Puglia e alla Sicilia ci sarebbero poi il Trentino Alto-Adige (19), la Calabria (12), le Marche (11), l’Abruzzo (7), l’Umbria (6), la Sardegna (5), la Liguria e il Molise (3), la Valle D’Aosta e la Basilicata (2) e il Friuli Venezia-Giulia (1).
I settori e le fasce d’età più colpite
Il settore “Trasporti e Magazzinaggio” fa registrare il maggior numero di decessi per lavoro (50). Seguono: Costruzioni (49) e Attività manifatturiere (36) e Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazioni di autoveicoli (24).
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (125 su un totale di 342). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 46,8 infortuni mortali ogni milione di occupati.
L’incidenza di mortalità resta minima nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 8,2), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 9,9 infortuni mortali ogni milione di occupati.
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi sei mesi del 2022 sono 29 su 342. In 26, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 57.
Crescono anche le denunce di infortunio
In netto rialzo, anche, il dato delle denunce di infortunio, che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sono aumentate del 43,3%, soprattutto nel settore Sanità e Assistenza Sociale (52.000), delle attività manifatturiere (37.000) e dei Trasporti (33.289 mila). A fine giugno 2021 sono state, infatti, 266.804 gli infortuni contro i 382.288 denunce (80.994 legati al contagio da Covid) registrati a fine giugno 2022.
Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi sei mesi del 2022 sono state 165.055, quelle dei colleghi uomini 217.233.
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